Un anno interlocutorio. Così gli analisti economici hanno definito, unanimemente, il 2023 appena trascorso. Ma nel generalizzato rallentamento dei consumi globali, dei commerci, degli ordinativi e degli investimenti, come ha reagito la Puglia? A offrire un quadro dettagliato è il 21° Sismografo realizzato dall’Ufficio Studi di Unioncamere Puglia.

L’economia regionale nel 2023 ha fatto segnare andamenti positivi nella natimortalità aziendale. Il saldo fra le iscrizioni e le “cessazioni non d’ufficio” in Puglia è stato infatti di +3.154 imprese, con un tasso di crescita di +0.82%, il migliore del Sud Italia dopo la Campania (+1,04%). Anche a seguito di questo andamento, lo stock di imprese della regione al 31 dicembre 2023 si è posizionato su 380.488 aziende registrate.

«Un segnale molto incoraggiante – afferma Luciana Di Bisceglie, presidente di Unioncamere Puglia – viene dall’occupazione, che a fine anno ha fatto segnare 1.058.896 addetti, con un incremento di 24.591 posizioni lavorative rispetto al 2022 (+2,3%). I dati occupazionali pugliesi, quindi, ricalcano l’andamento espansivo italiano, seppure con differenze settoriali».

La dimensione aziendale e la natura societaria influiscono sul dinamismo delle imprese. «C’è un vorticoso aumento delle società di capitale, ben 4mila in più, – commenta Luigi Triggiani, Segretario Generale di Unioncamere Puglia - mentre società di persone e le imprese individuali calano. Stessa sorte per le microimprese con meno di cinque dipendenti, diecimila in meno in un anno».

Lo studio affronta anche le conseguenze della demografia sull’economia regionale. Al 1° gennaio 2023 in Puglia risiedevano 4.052.566 persone, oltre 144mila in meno del 2011 (-3,5%). «La Puglia è una regione sempre meno popolosa e più anziana - prosegue la presidente Di Bisceglie - con ultrasessantacinquenni che sono quasi il doppio dei bambini. Ciò riduce l’ampiezza del bacino di mercato, ma anche la disponibilità di forza lavoro qualificata, impattando sia sulla domanda, sia sull’offerta espressa dalle imprese».

Riguardo l’export, in linea con l’Italia e le economie del G7, anche per la Puglia il 2023 è stato un anno di contrazione dei traffici internazionali per valore. Fino al 30 settembre 2023 la Puglia ha esportato merce per un controvalore inferiore di 27 milioni di euro a quello del medesimo periodo del 2022. «? una dinamica - spiega il Segretario Generale Triggiani - dovuta soprattutto allo sgonfiarsi dell’inflazione e anche ad una minore domanda globale di beni. Sono però ottimi i numeri di Germania (primo partner commerciale della Puglia, con oltre un miliardo e 200mila euro di merce esportata, Stati Uniti e Francia. Bene anche Turchia e Regno Unito». A livello di internazionalizzazione dei comparti, sorprendente il colpo di coda del lapideo (+224milioni) e dell’industria alimentare e delle bevande (+147mln e 50mila tonnellate di merce in più). Molto positivi anche automotive (+82mln) e meccanica (+76mln).

In sintesi, nel 2023 l'economia pugliese nel complesso è cresciuta, ma con un'intensità contenuta, in un quadro però di complessivo rallentamento rispetto al 2022. 

 

Con una performance economica in continua crescita, testimoniata dal + 29,5% di export del settore serico italiano nel I semestre 2022 rispetto allo stesso periodo 2021, in linea con il trend pre-pandemia (dati forniti dall’Ufficio Seta Italia), l’industria della seta italiana, si conferma un’eccellenza del Made in Italy, sebbene utilizzi come materiale di partenza fibra e tessuti importati dall’estero.

Proprio per contribuire a risolvere, almeno parzialmente, questa contraddizione, e reintrodurre la gelsibachicoltura, un’attività dalla grande tradizione quasi scomparsa dal territorio italiano, è stato sviluppato il progetto SERINNOVATION. A cinque anni dalla fondazione del Gruppo Operativo, che è stato coordinato scientificamente dal CREA con il suo centro di Agricoltura e Ambiente, sono stati presentati i risultati di progetto.

“Innovazione e sostenibilità, versatilità ed economia circolare, senza dimenticare  una importante  integrazione al reddito degli agricoltori. Ecco le caratteristiche della nuova filiera della seta Italiana che CREA e tante aziende stanno avviando, per ora in Veneto, ma presto replicabile anche nel resto del Paese. Seguiremo con attenzione sotto il profilo istituzionale questo progetto ambizioso, che può favorire il rilancio di tanti nostri territori agricoli e la voglia di fare delle nostre imprese”. Così Luca De Carlo, Presidente della IX Commissione permanente del Senato, in occasione del convegno conclusivo del progetto “Serinnovation”.

La sfida principale è consistita nella ricostituzione di una filiera, in cui alcuni passaggi tecnologici erano andati perduti, a dispetto della grande eredità culturale e del passato plurisecolare. 

Sono state, in particolare, affrontate quelle criticità (basso valore di mercato del bozzolo e alti costi di produzione), che ne hanno determinato la scomparsa,  valorizzando il patrimonio di risorse genetiche vegetali e la tradizione agricola e paesaggistica ad essa collegata, all’insegna però dell’innovazione, della sostenibilità, della competitività, della creatività delle industrie coinvolte e della tracciabilità, per una filiera della seta 100% italiana.

Le attività condotte fin qui hanno consentito di mettere a punto una completa serie di processi agroindustriali della seta italiana, dalla produzione delle uova fino a quella del  bozzolo certificato.

Un nuovo modello produttivo, quindi, che includa anche un processo di tracciabilità e che sia sostenibile per l’ambiente, all’insegna dell’ economia circolare e replicabile.

La pesca della Ricciola praticata con metodo della pesca a circuizione a chiusura meccanica rischia di impoverire col tempo gli stock ittici, di depauperare la ricchezza di biodiversità dei mari pugliesi e comprometterne l’intero ecosistema marino

E’ quanto ampiamente condiviso in Commissione Consultiva Locale per la pesca e l’acquacoltura, presieduta dall’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, convocata su espressa richiesta dell’assessore all’Ambiente della Regione Puglia, Anna Grazia Maraschio.

La convocazione della Commissione si è resa necessaria per individuare misure urgenti per la salvaguardia della popolazione ittica locale di Ricciola, rispondendo alle preoccupazioni sollevate dalle Marinerie, tra cui quella di Santa Maria di Leuca e del basso Adriatico.

A tal proposito sulla scorta della relazione tecnica scientifica sulla pesca con cianciolo della Ricciola redatta dal prof. Antonio Terlizzi, della Stazione Zoologica ‘Anton Dohrn’ (SZN), richiesta dall’Assessorato regionale all’Ambiente, si è proposto in Commissione odierna di intervenire per individuare le misure necessarie per garantire una pesca sostenibile a tutela delle risorse ittiche. 

In un prossimo incontro ed a seguito di un’analisi di dettaglio, verranno discusse le soluzioni tecniche per garantire alle comunità di pescatori la sostenibilità dell’attività di pesca ma anche la conservazione delle risorse e degli habitat dei nostri mari.

La Commissione europea ha dato il via libera alla seconda rata di finanziamenti per l'Italia da 21 miliardi di euro dal Recovery fund.

Da Bruxelles è arrivata oggi, martedì 27 settembre, la valutazione preliminare positiva della richiesta avanzata da Roma, certificando il raggiungimento dei 45 obiettivi previsti nel PNRR per il primo semestre del 2022.

“Ancora una volta buone notizie per l'Italia. La Commissione ritiene che l'Italia abbia compiuto progressi sufficienti nell'attuazione del suo piano PNRR per ricevere un secondo pagamento da NextGenerationEU. Dopo il via libera degli Stati membri, l'Italia riceverà 21 miliardi di euro. L'Italia sta dimostrando un continuo e importante impulso alle riforme in settori chiave, come il pubblico impiego e gli appalti pubblici. Congratulazioni, Italia, e continua a lavorare bene! La Commissione è al vostro fianco", queste le parole della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

 

La Puglia mira a redigere la sua strategia blu per il prossimo decennio e rispondere così alla grande sfida dell’economia del mare. La Giunta regionale ha approvato il piano di lavoro per l’elaborazione del documento di strategia che intende raccogliere azioni e strumenti, integrando le diverse politiche di Blue Economy settoriali, territoriali e delle coste, compresa la pianificazione dello spazio marittimo.

A guidare il processo sarà un Comitato di indirizzo per lo sviluppo sostenibile della blue economy, uno strumento idoneo a governare la complessità e il carattere intersettoriale delle decisioni da assumere a livello regionale. Il Comitato di indirizzo sarà costituito dai direttori dei dipartimenti: Sviluppo Economico, Ambiente, paesaggio e qualità urbana, Agricoltura, Sviluppo rurale e ambientale, Turismo economia della cultura e valorizzazione del territorio, Bilancio, Affari Generali ed Infrastruttura, Mobilità, Politiche del Lavoro, istruzione e formazione, dall’Autorità di Gestione; da AQP, da ANCI e dalle Agenzie regionali di ARTI, ASSET, ARET PugliaPromozione, ARPA Puglia.

Al fine di garantire il necessario supporto operativo al Comitato di Indirizzo, il Capo di Gabinetto del Presidente organizza, in relazione ai temi di volta in volta trattati, appositi Tavoli istituzionali ai quali sono invitati a partecipare anche i rappresentanti dei Ministeri interessati, dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, della Direzione marittima competente, dell’Agenzia del demanio e dell’Agenzia delle dogane oltre che i Commissari della ZES Ionica interregionale Puglia-Basilicata e della ZES Adriatica interregionale Puglia-Molise, nonché altri Enti e Organismi interessati.

A supporto del Comitato di indirizzo è prevista la costituzione di un Comitato tecnico-scientifico composto, tra gli altri, da rappresentanti dell’industria e del sistema produttivo, della ricerca e dell’università per facilitare scambi e collaborazione all’interno di un’economia della conoscenza e per favorire il consolidamento di un efficace sistema di trasferimento tecnologico e di sviluppo di un ecosistema dell’innovazione blu anche grazie alla partecipazione degli attori regionali ai network della Blue Economy a livello nazionale, europeo, internazionale.

Sulla base degli indirizzi e delle decisioni del Comitato di Indirizzo, in collaborazione con il Comitato tecnico scientifico, saranno attivati dei Gruppi di Lavoro tematici che avranno il compito di formulare e sviluppare le progettualità assegnate e previste all’interno del documento strategico.

“La Blue Economy – ha commentato l’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci – comprende tutte le attività umane che utilizzano il mare, le coste e i fondali come risorse per attività industriali e di servizi, quali acquacoltura, pesca, biotecnologie marine, turismo marittimo, costiero e sottomarino, trasporto, porti, energie rinnovabili marine, il tutto in un’ottica di sostenibilità. Il mare unisce settori e tradizioni diverse in un tessuto imprenditoriale diffuso che può essere una leva straordinaria per il rilancio economico del Paese e della nostra regione. La sfida dell’economia blu può essere colta rafforzando l’integrazione delle azioni pubbliche collegate al mare, storicamente settorializzate a scapito di un approccio finalizzato a cogliere le sinergie tra i diversi ambiti, attraverso una concertazione e una coerenza d’azione tra tutti i settori interessati dell’Amministrazione regionale. Il senso di questa iniziativa è proprio questo – conclude Delli Noci – ottimizzare le esperienze, le competenze acquisite negli anni e i progetti realizzati per cui è già stata realizzata una prima ricognizione e rendere la Regione Puglia, già leader nella green economy, una regione all’avanguardia capace di concretizzare in maniera univoca una visione di sviluppo del mare proiettata ad affrontare le sfide di crescita, di protezione dell’ambiente e di innovazione del sistema produttivo e di quello della formazione che caratterizzeranno il nuovo decennio”.

“L’avvio del percorso di definizione di una strategia per la Blue Economy regionale restituisce un ulteriore tassello alla Strategia regionale per lo Sviluppo Sostenibile – dichiara l’assessora all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio - l’Agenda 2030 delle nazioni Unite prevede al Goal 14 di “Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile”, questo sarà un obiettivo da conseguire con le politiche pugliesi. Ancora una volta la Regione Puglia, in maniera sinergica, sta operando nella declinazione dei 17 goal globali a scala regionale pe rendere efficace la sostenibilità in tutte le sue sfumature. Questa strategia ci permetterà finalmente di uniformare gli obiettivi regionali sulle così dette economie del mare al fine di promuovere uno sviluppo consapevole dei territori costieri e conciliare la salvaguardia delle coste e la conservazione degli ecosistemi marini – commenta l’assessora Maraschio. Sarà un percorso fatto di collaborazioni e ascolto del territorio: dobbiamo dare risposte e consegnare alle future generazioni di cittadini pugliesi una terra sana e un mare florido ed economicamente produttivo”.

“Dall’Adriatico allo Ionio, con oltre 850 chilometri di costa, la Puglia custodisce un patrimonio dal valore inestimabile, ricco di diversità e che non solo necessita di attenzione e tutela ma rappresenta anche un’opportunità di sviluppo per il turismo e per l’economia regionale - dichiara l’Assessore regionale al Turismo, Gianfranco Lopane. La Regione Puglia punta a rafforzare gli investimenti sulla qualità dei servizi negli approdi e nelle destinazioni marittime, ad innalzare gli standard dell’accoglienza e a consolidare le relazioni pubblico-privato che toccano settori in crescita come quelli del turismo nautico e crocieristico. Azioni strategiche condivise e trasversali sul piano governativo regionale sono oggi fondamentali per valorizzare il turismo all’interno della Blue Economy. Ci attendiamo per questo che, a partire dall’approvazione odierna del piano di lavoro - conclude l’Assessore -, si avvii un percorso virtuoso per lo sviluppo dell’economia del mare”.

“Oggi facciamo un altro importante passo in avanti – commenta l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia - nella definizione di strategie unitarie e, soprattutto, integrate di medio lungo termine che possano tutelare, valorizzare, sviluppare un’economia sostenibile legata alla risorsa mare in Puglia. Il documento approvato quest’oggi ci consente di costruire nella nostra Regione un modello di sviluppo solido che tenga insieme diversi elementi: tecnologie per la gestione e il monitoraggio della pesca, valorizzazione e tutela del pescato locale, implementazione di tecniche per l’acquacoltura sostenibile ad alto contenuto innovativo, al fine di tenere elevati gli standard qualitativi ambientali e di sicurezza e, naturalmente, anche commerciali. Il Programma Operativo FEAMP ci sta consentendo di investire in azioni prioritarie sostenibili legate alla pesca e all’acquacoltura, che abbiano principalmente risvolti positivi sotto il profilo ambientale, che siano redditizie sul piano economico e socialmente responsabili. Ma serve una visione di ampio respiro – conclude Pentassuglia - e un gruppo qualificato e diversificato di attori economici, pubblici e privati, che diano un contributo decisivo, attraverso un percorso partecipato, come indicato in questo Piano di lavoro, nell’individuazione di azioni ma anche di risorse per la costruzione e attuazione di una reale ‘Crescita Blu’ del territorio pugliese”.

“Indirizzi strategici e norme sono il modo con cui sottolineiamo quello che una comunità ritiene un valore da tutelare e preservare: per tutti, anzitutto per chi vive l’economia del mare, l’equilibrio sostenibile e prudente delle coste e delle acque è un valore da proteggere con cura rafforzata, dati i valori sviluppato dalla blue economy in Puglia in termini di valore aggiunto e dal punto di vista dell’occupazione”, osserva il vicepresidente della Regione Puglia e assessore al Bilancio, Infrastrutture e Risorse idriche, Raffaele Piemontese, sottolineando che “quando disincentiviamo la plastica monouso dalle nostre spiagge o quando investiamo sulla qualità dell’acqua distribuita e di quella depurata garantendo la sostenibilità ambientale del sistema idrico pugliese e situazioni igienico-sanitarie ottimali per tutti i pugliesi, facciamo scelte di responsabilità verso il nostro ecosistema, ma anche scelta economiche a tutela dell’ambiente e del mare, la principale risorsa legata all’economia blu, che continua a essere il principale attrattore di turisti verso la Puglia”.

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L'economia blu è un importante motore dello sviluppo regionale considerando che la Puglia ha una costa che si estende per 865 km sia nel Mar Adriatico meridionale che nel Mar Ionio settentrionale, un’estensione che pone la regione al terzo posto in Italia, dopo Sardegna e Sicilia.

Secondo il IX Rapporto sull’Economia del mare 2021 promosso da Informare, ed elaborato dal Centro Studi Tagliacarne e da Unioncamere, il valore aggiunto nelle filiere dell’economia del mare ha un valore di 3,206 miliardi di euro nel 2019 (ultimo dato disponibile).

La Puglia si colloca al quinto posto tra le regioni italiane per incidenza del valore aggiunto prodotto dal sistema mare sul totale dell’economia (4,6%), preceduta da Liguria (11,9%), Sardegna (5,6%), Sicilia (5,4%) e Friuli Venezia Giulia (5,1%) ed è la seconda nel Mezzogiorno. Il valore aggiunto pugliese supera quella del Mezzogiorno (4,4%), del Centro (3,7%) del Nord-Est (2,3%), del Nord-Ovest (2%) e dell’Italia (3%).

Nella Blue Economy la Puglia conta in tutto 72.392 occupati (nel 2019, ultimo dato disponibile). Relativamente alla quota di occupazione assorbita sul totale regionale, la Puglia è sesta in Italia con il 5,2%, preceduta da Liguria, Sicilia, Sardegna, Calabria e Lazio, contro un dato nazionale pari al 3,5%. In questa classifica Bari è la decima provincia in Italia con un valore aggiunto pari a 931,3 milioni di euro e 18.200 occupati nel 2019.

 

Quanto al numero di aziende nel 2020 (ultimo dato disponibile), l’incidenza delle imprese dell’economia del mare sul totale della regione, si attesta in Puglia al 4,2% (in Italia 3,4%). In termini assoluti si tratta di 16.077 imprese, in crescita del 3,2% rispetto al 2019. La Puglia è la quarta regione in Italia per numero di imprese nel 2020, ma, nonostante la crisi pandemica, occupa il terzo posto per aumento delle iscrizioni dopo Basilicata e, a pari merito, Campania e Sicilia.

L’Assessore: un’occasione da non perdere per promuovere le eccellenze dell’innovazione pugliese e stringere nuove relazioni

Si è conclusa ieri la prima giornata della delegazione pugliese a Toronto in Canada in occasione di Collision, la conferenza tecnologica in grande crescita in Nord America che riunisce gli attori principali del mondo della tecnologia

La delegazione pugliese guidata dall’assessore regionale allo Sviluppo economico, insieme al dirigente alla trasformazione digitale Vito Bavaro e ai tecnici di Puglia Sviluppo e Puglia Promozione, ha accompagnato dieci startup e pmi impegnate nelle tecnologie digitali, che rappresentano la metà dell’intera delegazione nazionale.

Le imprese della delegazione pugliese, che sono state accuratamente selezionate dagli organizzatori dell’evento, hanno partecipato a incontri btob con potenziali investitori.

“In questi anni – ha dichiarato l’assessore allo Sviluppo economico – la Regione Puglia ha spinto, agevolato e accompagnato lo sviluppo delle startup, attraendo investimenti in Puglia da parte di imprese estere e richiamando in regione giovani imprenditori da anni in altri Paesi. Oggi la Puglia è l’ottava regione in Italia sia per numero di startup che di Pmi innovative e rispettivamente la terza e la seconda nel Mezzogiorno. Conta 682 startup alle quali si aggiungono le 114 Pmi innovative. Questa partecipazione a Collision, grazie anche alla collaborazione di Ice, ha rappresentato un’occasione che non potevamo lasciarci sfuggire, per promuovere le nostre eccellenze, le loro idee innovative e capacità manageriali ma anche per rafforzare relazioni istituzionali e commerciali con un Paese, il Canada, che rappresenta un mercato estremamente appetibile per le aziende italiane interessate ad accrescere le proprie esportazioni o ad internazionalizzare la propria produzione”.

Gli scambi tra Puglia e Canada sono rilevanti e caratterizzati da un trend di crescita nell’export.

 

 

“Massimo impegno della Regione Puglia nel sostenere il comparto della pesca e fronteggiare le difficoltà congiunturali di tutte le marinerie pugliesi. In questo il ruolo delle Capitanerie di Porto è indispensabile e irrinunciabile al fine di garantire lavoro, sicurezza, tutela delle risorse e degli ecosistemi e sviluppo di tutta la nostra filiera ittica e dell’acquacoltura”. Lo ha detto l’assessore regionale al ramo, Donato Pentassuglia, all’indomani dell’incontro con il Contrammiraglio Vincenzo Leone, Comandante della Direzione Marittima della Puglia e Basilicata Jonica, insieme al Capitano di Vascello, Antonio Catino, e alla presenza del consigliere e presidente della IV commissione consiliare, Francesco Paolicelli, e del dirigente della Sezione gestione sostenibile e tutela delle risorse forestali e naturali, Domenico Campanile

“Al Contrammiraglio Leone, che ho ringraziato vivamente per la disponibilità, abbiamo illustrato tutte le azioni che la Regione sta mettendo a punto per permettere al settore della pesca una ripresa e tutti gli strumenti necessari di rilancio di un comparto fondamentale per la nostra economia. Grazie al Fondo europeo per gli affari marittimi e della pesca (FEAMP), principale strumento di sostegno di settore, siamo riusciti a finanziare importanti progetti di riqualificazione, gestione sostenibile, comunicazione e informazione sulla qualità del pescato locale pugliese. Abbiamo emesso avvisi per un importo di oltre 85 milioni di euro, impegnando 44,2 milioni di euro tali da generare liquidazioni sul territorio per un totale di 17,9 milioni di euro, in favore di imprese ed enti della pesca, dell’acquacoltura, della trasformazione e dello sviluppo locale.

I pescatori sono i principali custodi delle risorse marine e dei loro habitat. Garantire sostegni per un’attività di pesca sostenibile, anche attraverso investimenti in tecnologie e processi innovativi, significa preservare il nostro futuro. Di qui la necessità di una stretta sinergia e collaborazione, tra Enti, Regione, Capitanerie di porto e pescatori, nel definire strategie adeguate di ripresa del settore che oggi purtroppo sta facendo i conti con gli effetti delle misure restrittive di contenimento dell’emergenza pandemica, causa della notevole riduzione dell’attività di pesca, e con l’aumento del prezzo del gasolio, non più economicamente sostenibile.”

"Il Comandante Vincenzo Leone ci ha comunicato – ha sottolineato l’assessore - la conclusione delle operazioni di verifica delle domande pervenute dai pescatori garantendo la liquidazione entro il mese di aprile 2022 dei contributi previsti dal bando regionale a valere sul Feamp dell’anno 2021, pubblicato per ristorare le imprese costrette al fermo temporaneo dell’attività quale conseguenza dell’epidemia da COVID-19. Un’ottima notizia che ci rassicura, anche grazie ad ulteriori interventi che stiamo mettendo in campo, su una ripresa decisiva di tutte le marinerie pugliesi”.

In Puglia, nel 2021, l’effetto combinato di iscrizioni, cessazioni e variazioni porta ad  una crescita considerevole del numero di sedi d’impresa. Un altro segnale positivo è certamente quello degli addetti, in picchiata brusca nel 2020 e in forte ripresa nel 2021, un anno in cui non solo si torna ai livelli occupazionali del 2019 ma li si supera.

E' quanto emerge dall'ultimo "Sismografo", l'osservatorio sull'economia pugliese ai tempi del Covid 19, dell'ufficio statistica e studi di Unioncamere Puglia.

«Siamo finalmente di fronte ad una situazione complessiva diversa rispetto all’annus horribilis 2020, fortemente condizionato dal terremoto del COVID-19», commenta Damiano Gelsomino, presidente dell'associazione che raggruppa le camere di commercio pugliesi. «Se in piena pandemia vi era stato un più lieve aumento dello stock di imprese (nell’ordine del migliaio), nel 2021 la crescita è stata superiore:  +4.266 rispetto al dato di fine 2020 e 1.156.499 addetti, 34.043 unità in più».

Un andamento coerente con le dinamiche nazionali, che vedono un Sud Italia particolarmente effervescente nella creazione d’impresa, con Campania, Sicilia e Puglia che mostrano variazioni degli stock migliori perfino dell’ottima performance della Lombardia.

 

Sono complessivamente 386.801 le imprese registrate in Puglia al 31 dicembre 2021.

Quasi tutte le province mostrano un aumento dello stock di registrate, con variazioni particolarmente effervescenti dei territori di Lecce, Bari e Taranto.

 

Il 2021 ha fatto registrare un vorticoso aumento degli indicatori delle società di capitale, un crollo delle società di persone e una performance discreta delle imprese individuali e delle altre forme, fra cui spiccano le cooperative. A conferma del fatto, aggiunge Gelsomino che «più si è strutturati, più ripartenza c'è stata».

Unica performance non del tutto entusiasmante l'export, cresciuto soltanto del 4,9%. «Si assesta intorno agli 8miliardi e 605 milioni di euro, con una crescita di 400 milioni di euro rispetto al 2020. E’ un dato che ci riporta ad andamenti da Puglia pre-Covid ma che vede il tacco dello Stivale considerevolmente sotto le variazioni medie italiane (+18,2%)», commenta Luigi Triggiani, segretario generale di Unioncamere Puglia.

In particolare, non si intravede in Puglia il rimbalzo delle altre regioni meridionali, fra cui spiccano Sardegna (+63,4% rispetto all’export 2020), Sicilia (+38,8%) e Calabria (+ 32,9%).

 

Per quanto concerne le dinamiche dei vari settori, se il food vede una situazione chiaroscurale per calo di addetti, con l’agricoltura che sembra invece aver rappresentato per tanti pugliesi una occasione di ripartenza e speranza, l’edilizia nel 2021 si è confermata un settore alquanto effervescente, molto probabilmente grazie agli incentivi fiscali introdotti dal Governo; la logistica, molto frizzante nel corso della pandemia per il boom dell’e-commerce, si è rinsaldata su posizioni di crescita anche nell'anno passato, con un notevole assorbimento di forza lavoro. Se il turismo nel 2020 era stato una delle vittime sacrificali annunciate delle misure contenitive della pandemia e della contrazione degli spostamenti, nel 2021 il quadro mostra qualche segnale di speranza.

La manifattura presenta uno scenario molto diverso da settore a settore;  in particolare, i numeri evidenziano le difficoltà di automotive ed elettronica, soprattutto sulla scorta del blocco della produzione di microchip asiatici, che sta pesantemente condizionando i due settori, costringendo l'Unione Europea a finanziare produzioni autoctone di semiconduttori. Anche l'industria alimentare perde dipendenti, in una sorta di "sboom" rispetto al 2020. In piena pandemia, con le famiglie in casa per il lockdown e l'HORECA a mezzo servizio, la domanda alimentare era aumentata e con essa l'occupazione, mentre ora si torna in sostanza ai livelli occupazionali pre-crisi, più contenuti.

Il commercio, altro grande “reduce” della campagna bellica contro il Covid-19, mostra segnali di ripresa, con una forte ripartenza nelle assunzioni sia nel dettaglio che nell’ingrosso, nonostante  cali il numero di aziende.

I servizi all’impresa vivono una piccola rinascita, mentre nella ricerca scientifica si assiste a un calo, non banale, di addetti.

Utili a ristorare i livelli superficiali dei terreni, ma non certo ad incidere sulla “grande sete”, che sta colpendo vaste aree d’Italia: è questa la fotografia, che dà il report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche alle piogge cadute sulla Penisola e che, in attesa del ritorno ad una situazione idroclimatica normale dopo un inverno insolitamente secco, tornano a disegnare un’Italia meteorologicamente “a macchia di leopardo”, dove la scarsità idrica continua a caratterizzare il periodo.

Esemplare delle peggiori performance  è il bacino lombardo del fiume Brembo, che segna -78% nelle disponibilità idriche , rispetto alla media storica e addirittura -81% nell’indice nivale SWE (Snow Water Equivalent); nella stessa regione resta abbondantemente sotto media il fiume Adda che, pur riprendendosi, vede ampliarsi il divario con la media storica (-54,6%) e con il 2021 (-70,75%). Nella regione, a Cremona finisce sotto media anche il fiume Po, così come a Piacenza (-30 centimetri circa in due settimane), in un’Emilia Romagna, caratterizzata dal deficit pluviometrico, che interessa ¾ della regione e da portate in calo nei fiumi appenninici, ridotti ai minimi termini (Secchia: 2,7 metri cubi al secondo contro una media di mc/sec 24,1 ed un flusso di mc/sec 40,22 un anno fa!). 

Dopo 60 giorni senza significativi eventi meteo (da Ottobre sono caduti 100 millimetri in meno di pioggia, cioè -25% rispetto alla media storica), la situazione generale nel distretto del Po sta leggermente migliorandoma la crisi idrica, registrata finora e l’aridità dei suoli, unite a temperature sopra la media ed all’assenza di precipitazioni in quota, hanno generato marcate criticità, incidendo soprattutto sugli equilibri degli habitat e dell’agricoltura. Questa condizione di “siccità idrologica invernale” è la più grave da 30 anni anche per i corsi d’acqua  tributari, toccando portate ridotte anche del 50%.

Per quanto riguarda i flussi del Grande Fiume, persiste una pesante magra invernale  con una diminuzione del  34% nelle portate: a Pontelagoscuro si è registrato oltre il 40% in meno sul valore di portata medio, già sfiorando la prima soglia di allerta (Fonte: Autorità di bacino distrettuale Fiume Po – Mi.T.E.).

L’ inverno secco, che sta coinvolgendo l’intera Europa mediterranea, non solo compromette la biodiversità, ma sta incidendo sull’ umidità del suolo  e sulla produzione idroelettrica, che ad oggi è in linea con gli anni peggiori, a causa dello scarso accumulo di risorsa nei bacini montani.

“E’ la conferma di quanto la disponibilità idrica sia ormai un fattore strutturale per l’economia italiana” commentaFrancesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

Come detto, situazioni climatiche  localizzate fanno sì che i laghi Maggiore, Benaco e Lario siano in seppur leggerissima crescita, mentre il lago d’Iseo è solo al 12,9% del riempimento; nonostante un leggero incremento (+5,6%), la riserva idrica nei bacini artificiali delle Alpi   resta largamente inferiore (-27%) alla media del periodo 2006-2020 e lo scarso apporto nevoso (vicino ai minimi con punte di -80%), unito all’assenza di piogge, non permette il rimpinguamento della risorsa stoccata.

Qualche evento meteo consistente si è registrato in Liguria, dove in 24 ore  sono caduti 60 millimetri di pioggia nelle zone di Rapallo e La Spezia.

Nevi da record negativo e piogge scarse si segnalano  in Val d’Aosta, anche se la Dora Baltea risulta in leggera ripresa.

Anche nel vicino Piemonte è piovuto poco (-80%) e c’è stato un repentino calo di temperatura; ad eccezione del Tanaro non si registrano portate fluviali in ripresa con Stura, Varaita e Sesia, che rimangono ai livelli minimi. Nella regione si sono  registrate morie di pesci autoctoni, causate dal notevole stress dei flussi nelle zone umide ed anche numerose tipologie di piante mostrano evidenti segni di difficoltà.

Profondo rosso per  il bilancio idrico dei fiumi veneti  con l’Adige, che continua a segnare il record negativo in anni recenti, così come Piave, Livenza e Brenta (fonte: ARPA Veneto).

Opposta, invece, è la situazione dei fiumi toscani, tornati su valori di portata, conformi alle medie storiche (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana).

In leggera crescita sono anche  i corsi d’acqua delle Marche, ad eccezione del Tronto;  i principali invasi presentano  volumi idrici in linea con la media degli anni passati dopo un 2021 costantemente in grave deficit.

Male, invece,  i fiumi del bacino del Liri, che nel Lazio toccano record negativi.

In Campania,  i livelli idrometrici dei fiumi Sele e Sarno appaiono stabili, mentre Volturno e Garigliano sono in calo; si segnalano in ulteriore discesa  anche i volumi dei bacini del Cilento, dove l’invaso di Piano della Rocca sul fiume Alento  contiene la metà del volume idrico registrato un anno fa.

In Abruzzo, il record negativo delle piogge nel periodo  tocca a Colle Roio (-70,3%) in un quadro regionale caratterizzato da siccità e temperature invernali particolarmente miti; tiene, comunque, l’invaso di Penne, che registra una disponibilità di circa 6 milioni di metri cubi, cioè il doppio dell’anno scorso.

Infine, si è notevolmente rallentata la ricarica degli invasi in Puglia e Basilicata, dove la stagione irrigua è già alle porte: in una settimana sono cresciuti rispettivamente di circa 2 milioni e mezzo e di poco più di un milione di metri cubi, marcando un forte deficit con il 2021: in entrambe le regioni mancano all’appello circa 46 milioni di metri cubi d’acqua (fonte: Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale).

“Stanti le attuali condizioni idriche e climatiche su vaste zone d’Italia, è prevedibile un forte aggravio delle bollette energetiche per i Consorzi di bonifica ed irrigazione, dovuto ai maggiori oneri di prelievo idrico per il servizio irriguo, cui si aggiungono gli enormi rincari nei costi dell’energia – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Il nostro impegno è nella costante ricerca della massima efficienza operativa, ma è necessario nell’immediato un intervento del Governo per contenere i costi, limitando gli oneri a carico dei consorziati ed evitando forti rincari nelle produzioni agricole.”  

La legge di Bilancio rappresenta un segnale di attenzione ma non è sufficiente

Raffaele Carrabba, Cia Puglia: «Senza credito non c’è futuro»

La legge di Bilancio rappresenta un segnale di attenzione verso il comparto agricolo, ma non è sufficiente per poter sostenere adeguatamente le aziende.

CIA Agricoltori Italiani continua a farsi promotrice, a livello nazionale, di modifiche rispetto a misure già inserite, ma anche ad avanzare nuove proposte. Nello specifico, restano centrali l’innovazione sostenibile e il credito.

Diminuiscono, infatti, i finanziamenti alle aziende agricole pugliesi. Nonostante l'allentamento del credit crunch (stretta creditizia), i prestiti alle imprese agricole sono tornati a ridursi, dopo una breve inversione di tendenza, in base all'ultimo studio condotto dall'Osservatorio Economico CIA Puglia. Sul fronte del credito, sono stati «tagliati» ben 59,2 milioni di euro alle società agricole della Puglia, rispetto ai massimi di fine 2015, quando i prestiti erogati raggiunsero l’ammontare di 722,8 milioni di euro. Oggi lo stock dei prestiti si ferma a 663,6 milioni di euro.

«Senza credito non c’è futuro per l’agricoltura», sostiene il presidente di CIA Puglia, Raffaele Carrabba. Nel complesso, le nuove operazioni approvate dalle banche non sono sufficienti a «compensare» i prestiti in scadenza. Così, il risultato di questa diversa velocità provoca una costante erosione dello stock dei finanziamenti.

Un circolo vizioso, una spirale che si auto-alimenta, con imprese a rischio fallimento.

«Le nostre elaborazioni – continua Carrabba – dimostrano che persistono ancora grosse difficoltà nell’accesso al credito, soprattutto da parte delle micro, piccole e medie imprese agricole. Tant’è che, in Puglia, la "fetta" più cospicua dei finanziamenti è concessa alle poche imprese con più di venti addetti, mentre meno di un terzo a quelle di minori dimensioni. Questo significa penalizzare gravemente il nostro tessuto imprenditoriale».

Intanto il tasso di riferimento per il credito agrario si attesta a valori più alti della media europea e neppure la discesa dello spread italiano e il taglio al costo del denaro operato dalla Banca centrale europea (Bce) hanno garantito gli attesi benefici al comparto agricolo. Le aziende, infatti, continuano a pagare alti interessi pur di dar corso a nuove linee di credito che non sempre riescono a ottenere. Una piccola boccata d'ossigeno era arrivata grazie alla cambiale agraria Ismea. Si trattava di una misura, autorizzata dalla Commissione europea, che prevedeva l'erogazione di prestiti cambiari per un importo massimo di 30mila euro, con inizio del rimborso dopo 36 mesi dalla data di erogazione e con durata fino a dieci anni. Pur essendo uno strumento utile, purtroppo non è stato più  rifinanziato. Altro aspetto dirimente per CIA è la revisione delle norme che frenano il Superbonus per le abitazioni unifamiliari, al fine di evitare una sperequazione di trattamento tra chi vive negli insediamenti urbani e chi popola le aree rurali. Devono poter avere le stesse opportunità abitative, in termini di efficienza dal punto di vista energetico, e avere un risparmio in bolletta al pari degli altri. In Puglia sono stati effettuati 3.627 interventi edilizi incentivati dal Superbonus. Gli investimenti ammessi ammontano a 538 milioni di euro e porteranno a detrazioni fiscali pari a 592 milioni (dati aggiornati al 31 ottobre 2021).

La Puglia si colloca al nono posto in Italia per numero di asseverazioni trasmesse, per certificare il possesso di determinati requisiti necessari per fruire delle detrazioni fiscali.

I lavori negli edifici unifamiliari sono 2.612 (il 77 per cento è stato già realizzato pari al 49 per cento del totale degli investimenti ammessi che corrispondono a 263 milioni di euro).

L’Assemblea Generale dell’ONU ha dichiarato il 2021 Anno Internazionale della Frutta e della Verdura  (AIFV), e la FAO è l’agenzia capofila nelle celebrazioni, in collaborazione con altre organizzazioni e organismi del sistema delle Nazioni Unite.

L’AIFV 2021 rappresenta un’opportunità unica per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della frutta e della verdura per l’alimentazione umana, la sicurezza alimentare e la salute, nonché per realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU.?

L’Onu, quindi, dichiarando il 2021 l’anno della frutta e della verdura ha riconosciuto l’urgente necessità di aumentare la consapevolezza dei benefici nutrizionali e sanitari del consumo di frutta e verdura e di sostenere diete sane attraverso una maggiore produzione e consumo sostenibili di ortofrutta. 

Tutto questo può essere quindi un’importante opportunità per promuovere il settore dell’ortofrutta a livello globale avvantaggiando anche l’Italia, che potrà così valorizzare ulteriormente i propri prodotti con i suoi territori agricoli.

In quest’ottica, la Fao e l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), raccomandano che gli adulti consumino ogni giorno almeno 400 grammi di frutta e verdura per prevenire le malattie croniche non trasmissibili (MCNT), comprese le carenze di micronutrienti, il cancro, il diabete e l’obesità, nonché contrastare le carenze di micronutrienti. 

Nel corso dell’ultima assemblea di FruitImprese, l’organizzazione che associa le più grandi aziende ortofrutticole italiane, il presidente nazionale Marco Salvi ha rivendicato “con orgoglio il ruolo fondamentale svolto dagli operatori del settore che, sin dalle prime ore della pandemia e della crisi, si sono prodigati per garantire alla popolazione la fornitura continua di prodotti freschi e genuini nonché un reddito alle famiglie dei propri dipendenti che purtroppo è venuto meno in altri settori”.

Dopo aver commentato i numeri del settore ortofrutticolo italiano, il presidente Salvi ha ricordato che il futuro riserva tre grandi sfide. “La prima in ordine cronologico è la Brexit. La seconda sfida, di cui purtroppo si parla poco, ma che non potremo evitare, è la tempesta perfetta del packaging di plastica a cui si aggiungerà la famigerata plastic tax e, collegata alla questione ambientale – ha continuato Salvi – è anche la terza sfida in programma, la Farm to Fork Strategy, anche conosciuta come strategia “dal campo alla tavola” con cui l’Unione Europea vuole rendere l’attuale sistema alimentare più sostenibile, equo e rispettoso della salute umana e dell’ambiente”.

In tal senso – sottolinea Giacomo Suglia vice presidente nazionale FruitImprese e presidente dell’APEO (Associazione Produttori Esportatori Ortofrutticoli) – “le nostre imprese sono pronte a raccogliere la sfida, dal momento che sono già da diversi anni in prima linea nel ridurre l’impiego di sostanze chimiche privilegiando metodi alternativi come la lotta integrata. Ciò che auspichiamo è che ai nostri imprenditori si consenta di essere parte di questa rivoluzione verde, dotandoli tuttavia dei necessari strumenti di protezione delle colture, elementi imprescindibili per un settore soggetto alla crescente instabilità climatica e ad invasioni di specie aliene e fitopatologie.

E nel grande settore dell’ortofrutta italiana la Puglia è la prima regione nella classifica nazionale per la produzione di ortaggi e seconda per la frutta. Ha numeri da record su uva da tavola, pesche, ciliegie e agrumi per quanto riguarda la frutta. Le produzioni nella maggior parte dei casi sono caratterizzate da un’alta professionalità nelle fasi di coltivazione e raccolta,

Il comparto ortofrutticolo in Puglia è pari al 16% circa della superficie ortofrutticola nazionale con l’orticoltura ampiamente diffusa in tutte le province nelle aree irrigue.

E nel 2021 la Puglia dovrà celebrare la vasta gamma delle sue eccellenze ortofrutticole e del loro valore strategico rappresentato dalla sana alimentazione e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza che l’agricoltura pugliese è in grado di offrire. 

Ma è inutile nascondere che ci sono delle criticità – ribadisce Giacomo Suglia presidente APEO – che riguardano gli eccessivi costi di produzione e della soffocante burocrazia, problemi che, seppur evidenziati a tutti i livelli, non hanno avuto ancora adeguate risposte da parte delle istituzioni.

Per questa celebrazione dell’ortofrutticoltura l’Onu ha adottato anche altre risoluzioni, come quella del 21 maggio come Giornata internazionale del Tè e il 29 settembre come Giornata internazionale di Consapevolezza sulle perdite e gli sprechi alimentari.

Ancora altre risoluzioni sono state incentrate sui progressi e sulle sfide legate all’agricoltura, alla sicurezza alimentare e alla nutrizione, allo sviluppo sostenibile della montagna, al ruolo della tecnologia agricola, all’importanza delle fibre naturali per i mezzi di sussistenza e l’ambiente, e sulla necessità di sconfiggere la povertà rurale.v

Rischi e le conseguenze imminenti del cambiamento climatico hanno posto i governi mondiali di fronte a un'emergenza senza precedenti, per fronteggiare la quale fin dalla fine degli anni Novanta si sono stipulati trattati e predisposti progetti non sempre universalmente rispettati, principalmente per i costi che una riconversione dell'economia in chiave green inevitabilmente comporta. A ben vedere però il Green Deal - ossia l'insieme di iniziative politiche ed economiche per ridurre l'impatto ambientale delle attività umane - può rappresentare un'importante opportunità di crescita e sviluppo economico per ogni Paese: permetterebbe infatti di inserirsi in un mercato ancora relativamente nuovo, di svincolarsi da fonti di energia obsolete o in esaurimento, di puntare su un settore lavorativo altamente specializzato, nonché di limitare i costi sanitari ed ecologici legati all'innalzamento della temperatura. In questo saggio l'autore analizza nel dettaglio costi e benefici del Green Deal, focalizzandosi su come è stato recepito dalle principali potenze mondiali - Usa, Cina e Unione Europea - le quali, ciascuna portatrice di un proprio modello macroeconomico, stanno inevitabilmente facendo i conti con una sfida che oramai non riguarda più un futuro lontano, ma che si gioca ogni giorno sulla scacchiera del presente. 

Antonello Durante è nato a Copertino (LE) il 17 aprile 1987. Cresce a Leverano (LE) dove vive fino all’età di 19 anni quando, dopo aver conseguito la maturità linguistica con il massimo dei voti, intraprende la carriera militare divenendo un cadetto dell’Accademia Militare di Modena. Prosegue gli

studi presso la Scuola di Applicazione dell’Esercito a Torino dove consegue la Laurea Magistrale in Scienze Strategiche e Politico-Organizzative. Nel 2011 viene trasferito a Roma, presso il Reggimento “Lancieri di Montebello” (8°) con il grado di Tenente. Prende parte a svariate Operazioni in Italia

e all’estero. Diventa Capitano nel 2015 e nel 2018 trascorre oltre 7 mesi negli USA per un corso di formazione avanzata in pianificazione. Nel 2020 consegue la Laurea in Economia e successivamente diventa manager per Amazon Italia Transport. È alla sua prima opera edita.

 

 

Per info e contatti:

Gruppo Albatros il Filo – Ufficio stampa

Filippo Lastaria

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E' nata PescAgri, l’Associazione Pescatori Italiani promossa da Cia per la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione di pesca e acquacoltura in ogni sua accezione professionale e territoriale.

Presidente della nuova struttura, che va ad ampliare gli ambiti di rappresentanza di Cia-Agricoltori Italiani, è Antonino Algozino, 45 anni, una laurea in Medicina Veterinaria e un impianto all’avanguardia di acquacoltura biologica in acque dolci per l’allevamento di trote, storioni e pesci ornamentali in Sicilia, provincia di Enna.  

“Sarà un’associazione aperta a tutti -ha detto Algozino- per dare voce alle istanze del settore, anche nel dialogo con le istituzioni. Vogliamo partire dal territorio, mettere in campo azioni concrete, integrare sempre di più le attività delle aziende di pesca e acquacoltura con la gestione del demanio marittimo, fluviale e lacustre, in modo sostenibile e innovativo, puntando anche su aspetti più attrattivi per i consumatori come l’ittiturismo e la pesca sportiva”.

Obiettivo prioritario di PescAgri, secondo lo Statuto, è favorire l’inserimento del settore agroittico nel circuito economico nazionale e internazionale, attivando gli strumenti idonei e le risorse, anche tecniche, per garantire il suo costante sviluppo, anche rispetto alle richieste del mercato.

Tra gli scopi dell’Associazione, c’è anche: contribuire, attraverso programmi operativi, ad accrescere il tasso di industrializzazione delle attività; indirizzare la produzione agroittica verso destinazioni coerenti con il reale fabbisogno alimentare nazionale e con le esigenze legate all’export; promuovere la costituzione di associazioni di produttori nel settore pesca e acquacoltura; attuare azioni di formazione professionale per mezzo di corsi, seminari, convegni.

Altrettanto importante, per PescAgri, è costruire una politica agroittica volta a coniugare la ruralità locale e la tradizione marinaresca con una sana gestione di ambiente e territorio, compresa la parte costiera e lagunare; incoraggiare l’educazione a una sana alimentazione, con particolare riferimento alle scuole; sostenere iniziative che uniscano le attività della pesca con quelle dell’artigianato, commercio, turismo e tempo libero.

E ancora, per l’Associazione promossa da Cia è fondamentale lavorare per un adeguato sviluppo dell’imprenditorialità, specialmente giovanile, e per la costituzione di società cooperative e forme di aggregazione; stabilire collegamenti con tutte le organizzazioni del settore; tutelare, nella negoziazione collettiva, gli interessi della categoria e promuovere ogni utile iniziativa per migliorare disciplina previdenziale, assicurativa, di reddito e qualità della vita.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha partecipato oggi alla conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2020 della Fiera del Levante di Bari,  insieme al sindaco Decaro e al presidente della Fiera Ambrosi. La campionaria si terrà dal 3 al 11 ottobre.

“Oggi – ha detto Emiliano - ricomincia il cammino della Fiera del Levante: ricomincia soprattutto con l’applicazione di regole e attenzioni legate alle prescrizioni che abbiamo dato. La Fiera del Levante non si ferma, va avanti, riprende il suo ruolo di promozione dell’economia e dell’immagine della Puglia.

 C’è un sistema che abbiamo predisposto per la sorveglianza epidemiologica di tutta la regione, che verrà completato a giorni con l’arrivo dei macchinari per realizzare i tamponi, con il  protocollo di intesa tra i dipartimenti di prevenzione e le forze dell’ordine per le indagini epidemiologiche,  con l’autosegnalazione di tutte le persone che vanno e vengono dalla Puglia che ci sta consentendo di trovare tutti i positivi che vengono da altri Paesi. Non escludiamo di rafforzare in modo particolare la collaborazione con la Repubblica di Albania perché è la regione con la quale abbiamo maggiori scambi.

 L’attenzione generale a tutto il sistema sanitario pugliese potrà consentire alla nostra economia di contrastare in maniera adeguata la probabile ondata di ritorno del Covid prevista in autunno che potrebbe tornare a minacciare tutta l’Italia.

 Perché il mondo in questo momento è in fiamme per l’epidemia del Covid e quindi dobbiamo fare molta attenzione, ma è evidente che non è con le chiusure che potremo fronteggiare l’epidemia.

Dobbiamo avere un sistema ci consenta di limitare al massimo i danni e proseguire tutte le attività. La Fiera è il simbolo dell’economia pugliese che riparte a tutto regime.

 Voglio cogliere l’occasione per lanciare un appello a tutti i sindaci della Puglia che sono molto cauti sulla ripresa di alcune attività che però sono fondamentali per l’economia e per il turismo: mi riferisco alle sagre, alle fiere, a tutte quelle manifestazioni che consentono a tante persone di lavorare e non essere rovinate da quello che sta accadendo.

E’ chiaro che chi ha uno stipendio ogni mese vorrebbe tutto il resto del mondo chiuso, ma si deve sapere che se finiranno le entrate fiscali non sarà neanche più possibile pagare loro gli stipendi.

Quindi noi l’economia la dobbiamo tenere aperta. I sindaci ci devono dare una mano anche con riferimento a sagre, giostre, piccole bancarelle, venditori di dolci, attività che vanno riprese con criterio, compresa l’attività sportiva: a settembre ricominceremo anche la scuola.Ecco, la giornata odierna noi la dobbiamo dedicare, all’economia aperta che non si difende più con il lockdown ma con la quarantena mirata, con le indagini epidemiologiche, che consentono alla Puglia di non rovinarsi.

Abbiamo già perso 10 punti di Pil e il presidente del Consiglio sta girando in Europa per avere quegli aiuti senza dei quali il Paese rischia di crollare.

 

Tutti coloro che hanno timori dal punto di vista epidemiologico, si devono ricordare che cosa può succedere se ci fosse un crollo economico. Le guerre mondiali, le crisi sociali più gravi, il terrorismo, i conflitti più violenti di razza, di religione, di natura politica, si svolgono durante le crisi economiche.

Quindi dovete tutti considerare che l’Italia, sotto la guida del presidente del Consiglio Conte - che davvero sto ammirando in questo frangente -  sta combattendo per tenere coeso il Paese e quindi tutti quelli che in questo momento badano solo a fare le campagne elettorali o ai singoli interessi, rischiano di far saltare l’Italia intera. Questo è lo schema di battaglia, questo faremo in Italia e questo faremo in Puglia”.

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri, ha approvato nella riunione del 13 maggio un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali, connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19. Il decreto - si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi -  interviene in diversi ambiti, in modo trasversale, con l’intento di assicurare l’unitarietà, l’organicità, e la compiutezza delle misure volte alla tutela delle famiglie e dei lavoratori, alla salvaguardia e al sostegno delle imprese, degli artigiani e dei liberi professionisti, al consolidamento, snellimento e velocizzazione degli istituti di protezione e coesione sociale.

Di seguito, suddivise per ambito di competenza, le principali misure previste.

1. Salute e sicurezza ?"Sul piano sanitario, si dispongono il potenziamento e la riorganizzazione della rete ospedaliera, di quella assistenziale e dell’attività di sorveglianza attiva. Sono stanziati complessivamente, per il solo 2020, oltre 3 miliardi e 200 milioni di euro", "si rende stabile l’incremento di 3.500 posti letto in terapia intensiva" e "si stabilisce la riqualificazione di 4.225 posti letto di area semi-intensiva,"

"Si rafforzano i servizi infermieristici distrettuali, con l’introduzione dell’infermiere di famiglia o di comunità, per potenziare la presa in carico sul territorio dei soggetti infettati da COVID-19. Per questo, si autorizza l’assunzione di un numero massimo di circa 9.000 infermieri. Si prevede l’assunzione di assistenti sociali e socio-sanitari, l’attivazione di centrali operative regionali di assistenza ai malati e il riconoscimento economico del lavoro di assistenza ai pazienti più fragili svolto dai medici di famiglia".

"Fino al 31 dicembre 2020, saranno resi disponibili 300 posti letto di terapia intensiva, suddivisi in 4 strutture movimentabili, ciascuna delle quali dotata di 75 posti letto, da allocare in aree attrezzabili preventivamente individuate da parte di ciascuna regione e provincia autonoma".

Per il 2020, le regioni e le province autonome possono incrementare i fondi della contrattazione integrativa per riconoscere, al personale sanitario dipendente delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale direttamente impiegato nell’emergenza epidemiologica, un premio commisurato al servizio effettivamente prestato nel corso dello stato di emergenza". Dal 2020 al 2024, si incrementano di quasi 100 milioni di euro le borse di studio degli specializzandi di medicina.

Si velocizzano e snelliscono le procedure per l’adozione, su tutto il territorio nazionale, del Fascicolo sanitario elettronico, che viene ulteriormente potenziato.

Si incrementa di 1,5 miliardi di euro, per il 2020, il Fondo per le emergenze nazionali (FEN), destinandone 1 miliardo all’ulteriore finanziamento degli interventi di competenza del commissario straordinario per l’emergenza sanitaria da COVID-19.

Si stanziano risorse per il potenziamento del sistema sanitario militare e per il pagamento degli straordinari delle forze armate e delle forze di polizia.

2. Sostegno alle imprese e all’economia?Tra le principali misure previste dal Decreto:

- un contributo a fondo perdutoa favore dei soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo, titolari di partita IVA, comprese le imprese esercenti attività agricola o commerciale, anche se svolte in forma di impresa cooperativa, con fatturato nell’ultimo periodo d’imposta inferiore a 5 milioni di euro. Il contributo spetta se l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 è stato inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. Per i soggetti che hanno iniziato l’attività a partire dal 1° gennaio 2019, il contributo spetta anche in assenza del requisito del calo di fatturato/corrispettivi. L’ammontare del contributo è determinato in percentuale rispetto alla differenza riscontrata, come segue:

1. 20 per cento per i soggetti con ricavi o compensi non superiori a quattrocentomila euro nell’ultimo periodo d’imposta;

2. 15 per cento per i soggetti con ricavi o compensi superiori a quattrocentomila euro e fino a un milione di euro nell’ultimo periodo d’imposta;

3. 10 per cento per i soggetti con ricavi o compensi superiori a un milione di euro e fino a cinque milioni di euro nell’ultimo periodo d’imposta.

Il contributo non concorrerà alla formazione della base imponibile delle     imposte sui redditi e sarà erogato, nella seconda metà di giugno, dall’Agenzia delle entrate mediante accreditamento diretto in conto corrente bancario o postale intestato al beneficiario;

- l’esenzione dal versamento del saldo dell’IRAPdovuta per il 2019 e della prima rata, pari al 40 per cento, dell’acconto dell’IRAP dovuta per il 2020 per le imprese con un volume di ricavi compresi tra 0 e 250 milioni e i lavoratori autonomi con un corrispondente volume di compensi. Rimane fermo l’obbligo di versamento degli acconti per il periodo di imposta 2019;

- per i soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione, che abbiano subito nei mesi di marzo, aprile e maggio una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 50 per cento rispetto allo stesso mese del periodo d’imposta precedente, si istituisce un credito d’imposta nella misura del 60 per cento dell’ammontare mensile del canone di locazione di immobili a uso non abitativo destinati allo svolgimento dell’attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o all’esercizio abituale e professionale dell’attività di lavoro autonomo. Il credito spetta ai soggetti con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro nel periodo d’imposta precedente. Alle strutture alberghiere spetta indipendentemente dal volume di affari registrato nel periodo d’imposta precedente. In caso di contratti di servizi a prestazioni complesse o di affitto d’azienda, comprensivi di almeno un immobile a uso non abitativo destinato allo svolgimento dell’attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o all’esercizio abituale e professionale dell’attività di lavoro autonomo, il credito d’imposta spetta nella misura del 30 per cento dei relativi canoni. Tale credito d’imposta è utilizzabile nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di sostenimento della spesa ovvero in compensazione, successivamente all’avvenuto pagamento dei canoni, e non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive. Può essere ceduto al locatore o al concedente o ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari;

- l’abolizione del versamento della prima rata dell’IMU, quota-Stato e quota-Comune in scadenza alla data del 16 giugno 2020 per i possessori di immobili classificati nella categoria catastale D/2, vale a dire alberghi e pensioni, a condizione che i possessori degli stessi siano anche gestori delle attività ivi svolte. La norma prevede la stessa agevolazione per gli stabilimenti balneari, marittimi, lacuali e fluviali;

- la riduzione della spesa sostenuta dalle utenze elettriche connesse in bassa tensione diverse dagli usi domestici, con riferimento alle voci della bolletta identificate come "trasporto e gestione del contatore" e "oneri generali di sistema". L’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente ridetermina, senza aggravi tariffari per le utenze interessate e in via transitoria e nel rispetto del tetto di spesa, le tariffe di distribuzione e di misura dell’energia elettrica nonché le componenti a copertura degli oneri generali di sistema, per i mesi di maggio, giugno e luglio 2020;

- il rafforzamento patrimoniale delle piccole e medie imprese, con la previsione della detraibilità per le persone fisiche e della deducibilità per quelle giuridiche, per il 2020, del 20 per cento della somma investita dal contribuente nel capitale sociale di una o più società per azioni, in accomandita per azioni, a responsabilità limitata, anche semplificata, cooperativa, che non operino nel settore bancario, finanziario o assicurativo. L’investimento massimo detraibile/deducibile non può eccedere l’importo di euro 2.000.000. L’ammontare, in tutto o in parte, non detraibile/deducibile nel periodo d’imposta di riferimento può essere portato in detrazione dall’imposta sul reddito delle persone fisiche nei periodi d’imposta successivi, ma non oltre il terzo. Alle stesse società è riconosciuto, a seguito dell’approvazione del bilancio per l’esercizio 2020, un credito d’imposta pari al 50% delle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto fino a concorrenza del 30% dell’aumento di capitale e comunque nei limiti previsti dal decreto (con un tetto massimo di 800.000 euro). La distribuzione di riserve prima del 1° gennaio 2024 da parte della società comporta la decadenza dal beneficio per il contribuente che ha sottoscritto l’aumento di capitale e per la società stessa e l’obbligo per tutti i beneficiari di restituire gli importi, unitamente agli interessi legali;

- ulteriori norme per semplificare e velocizzare le operazioni di raccolta di capitali di rischio mediante aumenti di capitaledelle società;

- l’autorizzazione aCassa depositi e prestiti S.p.a. (CDP) alla costituzione di un patrimonio destinato, denominato “Patrimonio Rilancio”, a cui sono apportati beni e rapporti giuridici dal Ministero dell’economia e delle finanze, che potrà essere articolato in comparti e le cui risorse saranno impiegate per il sostegno e il rilancio del sistema economico produttivo italiano, nel rispetto del quadro normativo dell’Unione europea sugli aiuti di Stato adottato per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 o a condizioni di mercato. Gli interventi avranno ad oggetto società per azioni, anche con azioni quotate in mercati regolamentati, comprese quelle costituite in forma cooperativa, che     hanno sede legale in Italia, non operano nel settore bancario, finanziario o assicurativo e presentano un fatturato annuo superiore a cinquanta milioni di euro. I requisiti di accesso, le condizioni, criteri e modalità degli interventi saranno definiti con DPCM, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, sentito il Ministro dello sviluppo economico. CDP S.p.a. potrà utilizzare il patrimonio destinato per effettuare ogni forma di investimento, comunque di carattere temporaneo, ivi inclusi la concessione di finanziamenti e garanzie, la sottoscrizione di strumenti finanziari e l’assunzione di partecipazioni sul mercato primario e secondario, in via preferenziale mediante sottoscrizione di prestiti obbligazionari convertibili, la partecipazione ad aumenti di capitale, l’acquisto di azioni quotate sul mercato secondario in caso di operazioni strategiche. Per il finanziamento delle attività del patrimonio destinato o di singoli comparti è consentita l’emissione di titoli obbligazionari o altri strumenti finanziari di debito;

- l’istituzione del “Fondo Patrimonio PMI”, la cui gestione sarà affidata all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa Spa – Invitalia. Il fondo sarà finalizzato a sottoscrivere, entro il 31 dicembre, strumenti finanziari partecipativi, emessi dalle società già indicate al punto precedente;

- ulteriori misure di rafforzamento dell’azione di recupero di aziende in crisi e potenziamento delle strutture di supporto per le crisi di impresa e per la politica industriale;

- la costituzione, presso il Ministero dello sviluppo economico, del “Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività d’impresa”, con una dotazione di 100 milioni di euro per l’anno 2020 e l’incremento delle dotazionidel fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, del fondo a copertura delle garanzie concesse alle piccole e medie imprese, dell’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) per le garanzie alle p.m.i. del settore agro-alimentare, del fondo garanzia mutui prima casa, del fondo per l’acquisto di autoveicoli a basse emissioni di Co2, del fondo di promozione integrata istituito dal cd. decreto “cura Italia”, del fondo 394/81 per l’internazionalizzazione delle p.m.i., con l’ulteriore costituzione di un fondo di garanzia volto a sollevare le piccole medie imprese che attingono ai crediti per l’internazionalizzazione dai costi e dagli oneri amministrativi derivanti dall’esigenza di fornire fideiussioni bancarie e assicurative per parte dei crediti ottenuti;

- la costituzione, presso il Ministero dello sviluppo economico, di un “Fondo per il trasferimento tecnologico”, finalizzato alla promozione di iniziative e investimenti utili alla valorizzazione e all’utilizzo dei risultati della ricerca presso le imprese operanti sul territorio nazionale, con particolare riferimento alle start-up innovative;

- ulteriori norme volte a rafforzare il sostegno pubblico alla nascita e allo sviluppo delle start-up innovative, agendo nell’ambito della misura “Smart&Start Italia”;

- la previsione che le regioni e le provincie autonome, gli altri enti territoriali, le Camere di commercio possono adottare misure di aiutodirette, a valere sulle proprie risorse, fino a un importo di 800.000 euro per impresa, concesse sotto forma di sovvenzioni dirette, agevolazioni fiscali e di pagamento o in altre forme, quali anticipi rimborsabili, garanzie, prestiti e partecipazioni. Gli aiuti non possono superare l’importo di 120.000 euro per ogni impresa attiva nel settore della pesca e dell’acquacoltura e 100.000 euro per ogni impresa attiva nella settore della produzione primaria di prodotti agricoli. Gli stessi enti possono concedere garanzie riguardo sia ai prestiti per gli investimenti sia ai prestiti per il capitale di esercizio a favore delle imprese, in modo diretto o attraverso banche o altri soggetti abilitati all’esercizio del credito, o ancora, aiuti sotto forma di tassi d’interesse agevolati per i prestiti alle imprese, aiuti per la ricerca e lo sviluppo in materia di COVID-19, per gli investimenti per le infrastrutture di prova e upscaling, agli investimenti per la produzione di prodotti connessi al COVID-19, aiuti sotto forma di sovvenzioni per il pagamento dei salari dei dipendenti per evitare i licenziamenti durante la pandemia di COVID-19.

3. Tutela dei lavoratori e conciliazione lavoro/famiglia?Tra le principali misure di sostegno ai lavoratori e per la conciliazione lavoro/famiglia, l’introduzione o la riconferma di diversi tipi di indennità di sostegno al reddito:

- ai liberi professionisti e ai collaboratori coordinati continuativi (co.co.co) già beneficiari per il mese di marzo dell’indennità pari a 600 euro, viene automaticamente erogata un’indennità di pari importo anche per il mese di aprile 2020;

- ai liberi professionisti iscritti alla gestione separata INPS, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che abbiano subito comprovate perdite (riduzione di almeno il 33% del reddito del secondo bimestre 2020 rispetto a quello del secondo bimestre 2019), è riconosciuta una indennità per il mese di maggio 2020 pari a 1000 euro;

- ai lavoratori titolari di rapporti di co.co.co. iscritti alla gestione separata INPS non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, aventi specifici requisiti, è riconosciuta un’indennità per il mese di maggio 2020 pari a 1000 euro;

- ai lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’Assicurazione generale obbligatoria (AGO) già beneficiari per il mese di marzo 2020 dell’indennità pari a 600 euro viene erogata un’indennità di pari importo anche per il mese di aprile 2020;

- ai lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali già beneficiari per il mese di marzo 2020 dell’indennità pari a 600 euro viene erogata un’indennità di pari importo anche per il mese di aprile 2020. La medesima indennità è riconosciuta ai lavoratori in somministrazione, impiegati presso imprese utilizzatrici operanti nei medesimi settori a determinate condizioni;

- ai lavoratori del settore agricolo già beneficiari per il mese di marzo dell’indennità di cui all’articolo 30 del decreto-legge 18 marzo del 2020, n. 18, pari a 600 euro, è erogata per il mese di aprile 2020 un’indennità di importo pari a 500 euro;

- è riconosciuta un’indennità per i mesi di aprile e maggio, pari a 600 euro per ciascun mese, a individuati lavoratori dipendenti e autonomi che in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID 19 hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro, sempre che non siano titolari di altro contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, diverso dal contratto intermittente e non siano titolari di pensione;

- ai lavoratori iscritti al FPLS (Fondo lavoratori dello spettacolo) aventi determinati requisiti è erogata una indennità di 600 euro per ciascuno dei mesi di aprile e maggio 2020, sempre che non siano titolari di rapporto di lavoro dipendente o titolari di pensione alla data di entrata in vigore della norma.

Tutte le indennità descritte in precedenza non concorrono alla formazione del reddito e sono erogate dall’INPS in unica soluzione, rispettando un determinato limite di spesa complessivo. È stabilita poi una disposizione ad hoc per la eventuale integrazione delle stesse indennità con il beneficio del reddito di cittadinanza. Infine viene statuita una norma di decadenza (15 giorni) sulla possibilità di richiedere l’indennità per il mese di marzo 2020 per varie categorie di lavoratori.

Oltre a quelle già descritte, sono previste altre misure:

- si riconosce anche per i mesi di aprile e maggio 2020 l’indennità di 600 euro riconosciuta nel mese di marzo per il sostegno del reddito dei professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria;

- per il mese di maggio si introduce il “reddito di emergenza”, destinato al sostegno dei nuclei familiari in condizioni di necessità economica in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, individuati secondo specifici requisiti di compatibilità e incompatibilità. Il Rem sarà erogato dall’INPS in due quote ciascuna pari all’ammontare di 400 euro. Le domande per il Rem devono essere presentate entro il termine del mese di giugno 2020;

- per i mesi di aprile e maggio 2020, si introduce un’indennità pari a 600 euro in favore dei lavoratori sportivi impiegati con rapporti di collaborazione, riconosciuta dalla società Sport e Salute S.p.a., nel limite massimo di 200 milioni di euro per l’anno 2020. L’indennità non concorre alla formazione del reddito e non è riconosciuto ai percettori di altro reddito da lavoro e del reddito di cittadinanza. Ai soggetti già beneficiari per il mese di marzo 2020 dell’indennità ex articolo 96 del decreto-legge n. 18 del 2020, la medesima indennità pari a 600 euro è erogata, senza necessità di ulteriore domanda, anche per i mesi di aprile e maggio 2020. E’ stabilita poi la possibilità, per i lavoratori dipendenti iscritti al Fondo Pensione Sportivi Professionisti con retribuzione annua lorda non superiore a 50.000, di accedere al trattamento di integrazione salariale di cui all’articolo 22 del decreto-legge n. 18 del 2020, limitatamente ad un periodo massimo di 9 settimane;

- si istituisce, presso il Ministero dell’economia e delle finanze, del Fondo di garanzia per l’accesso all’anticipazione dei trattamenti di integrazione salariale, allo scopo di dare piena attuazione alla Convenzione in tema di anticipazione sociale in favore dei lavoratori destinatari dei trattamenti di integrazione al reddito, stipulata il 30 marzo 2020 tra l’Associazione bancaria italiana (ABI) e le parti sociali;

- si modifica il trattamento ordinario di integrazione salariale e all’assegno ordinario, con la previsione che i datori di lavoro che nell’anno 2020 sospendono o riducono l’at¬tività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica possano presentare domanda di concessione del trattamento ordinario di integrazione salariale o di accesso all’assegno ordinario con causale “emergenza COVID-19”, per una durata massima di nove settimane per periodi decorrenti dal 23 febbraio 2020 al 31 agosto 2020, incrementate di ulteriori cinque settimane nel medesimo periodo per i soli datori di lavoro che abbiamo interamente fruito il periodo precedentemente concesso fino alla durata massima di nove settimane. È riconosciuto anche un eventuale ulteriore periodo di durata massima di quattro settimane di trattamento per periodi decorrenti dal 1 settembre 2020 al 31 ottobre 2020. Ai beneficiari di assegno ordinariospetta anche l’assegno per il nucleo familiare. Viene reintrodotto l’obbligo per i datori di lavoro di svolgere la procedura di informazione, la consultazione e l’esame congiunto, con le organizzazioni sindacali, anche in via telematica, entro i tre giorni successivi a quello della comunicazione preventiva;

- la deroga ai limiti di fruizione del trattamento di cassa integrazione salariale operai agricoli (CISOA), richiesto per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da COVID-19, che viene concesso per un periodo massimo di 120 giorni, dal 23 febbraio 2020 al 31 dicembre 2020, ed è neutralizzato ai fini delle successive richieste;

- l’innalzamento a diciotto settimane della durata massima del trattamento ordinario di integrazione salariale per le aziende che si trovano già in cassa integrazione straordinaria, nonché del trattamento di integrazione salariale in deroga;

- lo stanziamento di risorse a copertura della eventuale necessità di un ulteriore finanziamento delle misure di integrazione salariale, prevedendo anche la possibilità di estendere il periodo massimo di durata dei trattamenti per un massimo di quattro settimane fruibili dal 1° settembre al 31 ottobre 2020;

- misure di semplificazione in materia di ammortizzatori sociali, consentendo ai datori di lavoro che non anticipano i relativi trattamenti, di richiedere il pagamento diretto della prestazione da parte dell’INPS;

- si estende al 31 luglio 2020 il termine sino al quale il periodo trascorso in quarantena con sorveglianza sanitaria attiva dei lavoratori dipendenti del settore privato è equiparato a malattia ai fini del trattamento economico;

- si estende a cinque mesi il termine previsto dal decreto-legge “cura Italia” entro il quale sono vietati i licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo e quelli collettivi e sono sospese le procedure in corso;

- si prevedono specifiche norme per lo svolgimento in sicurezza delle attività produttive e commerciali, prevedendo la sorveglianza sanitaria eccezionale dei lavoratori maggiormente esposti a rischio di contagio, in ragione dell’età o della condizione di rischio derivante da immunodepressione, anche da patologia COVID-19, o da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita o comunque da comorbilità che possono caratterizzare una maggiore rischiosità;

- si riconosce un’indennità, pari a 500 euro mensili, per i mesi di aprile e maggio 2020, in favore dei lavoratori domestici che al 23 febbraio 2020 avevano in essere uno o più contratti di lavoro per una durata complessiva superiore a 10 ore settimanali, a condizione che non siano conviventi col datore di lavoro. L’indennità non è cumulabile con altre riconosciute per COVID-19 e non spetta ai percettori del reddito di emergenza (REM) o ai percettori del reddito di cittadinanza a determinate condizioni, ai titolari di pensione, ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità e ai titolari di rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato diverso dal lavoro domestico;

- l’innalzamento a trenta giorni dei congedi di cui possono fruire i genitori lavoratori dipendenti del settore privatoper i figli di età non superiore ai 12 anni (per il quale è riconosciuta una indennità pari al 50 per cento della retribuzione) e l’estensione del relativo arco temporale di fruizione sino al 31 luglio 2020. Tali periodi sono coperti da contribuzione figurativa;

- l’aumento del limite massimo complessivo per l’acquisto di servizi di baby sitting(da 600 euro a 1.200 euro) e la possibilità, in alternativa, di utilizzare il bonus per l’iscrizione ai servizi socio-educativi territoriali, ai centri con funzione educativa e ricreativa e ai servizi integrativi o innovativi per la prima infanzia. Per i comparti sicurezza, difesa e soccorso pubblico e per il settore sanitario pubblico e privato il limite massimo è aumentato a 2.000 euro;

- fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID–19, i genitori lavoratori dipendenti del settore privatoche hanno almeno un figlio minore di 14 anni, a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa o che non vi sia genitore non lavoratore, hanno diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile anche in assenza degli accordi individuali, fermo restando il rispetto degli obblighi informativi previsti dalle norme vigenti, e a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione;

- per i datori di lavoro pubblici, fino alla cessazione dello stato di emergenza e comunque non oltre il 31 dicembre 2020, la modalità di lavoro agile può essere applicata a ogni rapporto di lavoro subordinato;

- nei mesi di maggio e giugno 2020 sono aumentati di 12 giornate i permessi retribuiti ex articolo 33, legge 5 febbraio 1992, n. 104 usufruibili;

- al fine di promuovere il lavoro agricolo, si stabilisce la possibilità per i percettori di ammortizzatori sociali, limitatamente al periodo di sospensione a zero ore della prestazione lavorativa, di NASPI e DIS-COLL nonché di reddito di cittadinanza, di stipulare con datori di lavoro del settore agricolo contratti a termine non superiori a 30 giorni, rinnovabili per ulteriori 30 giorni, senza subire la perdita o la riduzione dei benefici previsti, nel limite di 2000 euro per l’anno 2020;

- misure di sostegno alle imprese per l’attuazione delle disposizioni di cui al Protocollo di regolamentazione delle misure per il contenimento e il contrasto della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro, attraverso l’acquisto di apparecchiature, attrezzature, dispositivi elettronici per l’isolamento o il distanziamento dei lavoratori e altri strumenti di protezione individuale;

- si estende in favore degli enti non commerciali, compresi gli enti del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti che svolgono attività di interesse generale non in regime d’impresa, le misure temporanee per il sostegno alla liquidità di cui all’articolo 1, del decreto-legge “liquidità” (decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23);

- al fine di garantire livelli adeguati di tutela della salute individuale e collettiva in conseguenza della contingente ed eccezionale emergenza sanitaria e favorire l’emersione di rapporti di lavoro irregolari, i datori di lavoro possono presentare istanza, per concludere un contratto di lavoro subordinato con cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale ovvero per dichiarare la sussistenza di un rapporto di lavoro irregolare, tuttora in corso, con cittadini italiani o cittadini stranieri. Per le medesime finalità, i cittadini stranieri, con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019, non rinnovato o convertito in altro titolo di soggiorno, possono richiedere un permesso di soggiorno temporaneo, valido solo nel territorio nazionale, della durata di mesi sei dalla presentazione dell’istanza. Se, nel termine della durata del permesso di soggiorno temporaneo, il cittadino straniero esibisce un contratto di lavoro subordinato o la documentazione retributiva e previdenziale comprovante lo svolgimento dell’attività lavorativa nei settori dell’agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura e attività connesse, assistenza alla persona per se stessi o per componenti della propria famiglia, affetti da patologie o handicap che ne limitino l’autosufficienza, lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare, il permesso viene convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Sono previste specifiche disposizioni sulla permanenza dei procedimenti penali nei confronti dei datori di lavoro per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per reati diretti al reclutamento di persone da destinare alla prostituzione o allo sfruttamento della prostituzione o di minori da impiegare in attività illecite, per il reato di cui all’art.600 del codice penale o per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro ai sensi dell’articolo 603-bis del codice penale.

4. Ulteriori disposizioni per la disabilità e la famiglia ?Oltre alle disposizioni già indicate per la famiglia e la disabilità, si prevede:

- l’incremento delle dotazioni del Fondo per le non autosufficienze, a tutela dei disabili gravissimi ed i non autosufficienti, del Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare e del Fondo di sostegno per le strutture semiresidenziali per persone con disabilità;

- l’incremento del Fondo per le politiche della famiglia e la destinazione, per l’anno 2020, di una quota delle risorse ai comuni, per finanziare iniziative, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, volte al potenziamento dei centri estivi diurni, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa destinati alle attività di bambini e bambine di età compresa fra i 3 e i 14 anni, per i mesi da giugno a settembre, e alla realizzazione di progetti volti a contrastare la povertà educativa e ad implementare le opportunità culturali e educative dei minori.

5. Misure per gli enti territoriali?Al fine di concorrere ad assicurare ai comuni, alle province e alle città metropolitane le risorse necessarie per l’espletamento delle funzioni fondamentali, per l’anno 2020, si istituisce un fondo presso il Ministero dell’interno con una dotazione di 3,5 miliardi di euro, da ripartire tra comuni, province e città metropolitane, entro il 10 luglio 2020 con decreto del Ministero dell’interno di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze sulla base della perdita di gettito e dei fabbisogni per le funzioni fondamentali. Al fine di assicurare una celere erogazione di risorse utili per fronteggiare l’emergenza sanitaria da COVID-19, si prevede di erogare il 30 per cento del fondo a titolo di acconto in proporzione alle entrate al 31 dicembre 2019, come risultanti dal SIOPE.

Inoltre, si provvede al reintegro dei 400 milioni di euro del Fondo di solidarietà comunale utilizzati per l’emergenza alimentare e si anticipa l’erogazione del fondo sperimentale di riequilibrio per le province e le città metropolitane per l’anno 2020.

Infine, si istituisce nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze un fondo, con una dotazione di 12 miliardi di euro, destinato a concedere anticipazioni a regioni, province autonome ed enti locali, che si trovino in uno stato di carenza di liquidità, al fine di far fronte al pagamento dei propri debiti di carattere commerciale certi, liquidi ed esigibili.

Il fondo sarà articolato in due sezioni, una destinata ad assicurare la liquidità per il pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili degli enti locali e delle regioni e province autonome per debiti diversi da quelli finanziari e sanitari, l’altra per assicurare la liquidità a regioni e province autonome per il pagamento dei debiti degli enti del Servizio Sanitario Nazionale.

La gestione delle due sezioni del Fondo è affidata alla Cassa depositi e prestiti, sulla base di una convenzione da stipulare tra il Ministero e la Cassa entro 10 giorni dall’entrata in vigore del decreto.

6. Misure di incentivo e semplificazione fiscale?Sul fronte fiscale, tra l’altro, si prevede:

- cancellazione clausole IVA: soppresse definitivamente a partire dal 1° gennaio del 2021, le cosiddette “clausole di salvaguardia” che prevedono aumenti automatici delle aliquote IVA e delle accise su alcuni prodotti carburanti;

- detrazione nella misura del 110 per centodelle spese sostenute tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021 per specifici interventi volti ad incrementare l’efficienza energetica degli edifici (ecobonus), la riduzione del rischio sismico (sismabonus) e per interventi ad essi connessi relativi all’installazione di impianti fotovoltaici e colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. Per tali interventi – come per altre detrazioni in materia edilizia specificamente individuate – in luogo della detrazione, il contribuente potrà optare per un contributo sotto forma di sconto in fattura da parte del fornitore, che potrà recuperarlo sotto forma di credito di imposta cedibile ad altri soggetti, comprese banche e intermediari finanziari, ovvero per la trasformazione in un credito di imposta;

- credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro: è previsto un credito di imposta dell’60% delle spese sostenute nel 2020 per la riapertura in sicurezza degli esercizi aperti al pubblico, nei limiti di 80.000 euro per beneficiario;

- credito d’imposta per la sanificazione degli ambienti di lavoro: ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione, alle associazioni, alle fondazioni e agli altri enti privati, compresi gli enti del terzo del settore, viene riconosciuto un credito d’imposta in misura pari al 60 per cento delle spese sostenute nel 2020. Il credito d’imposta spetta fino a un massimo di 60.000 euro per ciascun beneficiario;

- compensazioni fiscali: a decorrere dall’anno 2020, il limite per la compensazione orizzontale è elevato da 700 mila a 1 milione di euro;

- credito imposta ricerca e sviluppo al sud: maggiorazione dell’aliquota ordinaria dal 12 al 25% per grandi imprese e dal 12 al 35% per medie imprese e dal 12 al 45% per piccole imprese;

- riduzione iva dei beni necessari al contenimento e gestione dell’epidemia: dal 22% al 5% su beni e dispositivi medici e di protezione individuale come ventilatori polmonari, mascherine e altri presidi per la sicurezza dei lavoratori. Fino al 31 dicembre 2020, la vendita degli stessi beni è totalmente esentata dall’Iva;

- incentivi per gli investimenti nell’economia reale: potenziata la capacità dei piani di risparmio a lungo termine (pir) di convogliare risparmio privato verso il mondo delle imprese, affinché l’investimento di specifici pir sia diretto, per oltre il 70% del valore complessivo del piano, a beneficio di pmi non quotate sul Ftse Mib e Ftse Mid;

- versamenti sospesi fino a settembre: prorogato dal 30 giugno 2020 al 16 settembre 2020 il termine per i versamenti di imposte e contributi, già sospesi per i mesi di marzo, aprile e maggio. I versamenti potranno essere effettuati in unica soluzione o rateizzati;

- sospesi pignoramenti su stipendi e pensioni: fino al 31 agosto 2020 sono sospesi i pignoramenti su stipendi, salari e pensioni effettuati dall’agente della riscossione;

- sospensione pagamenti per avvisi bonari e avvisi di accertamento: per i pagamenti in scadenza tra l’8 marzo e il giorno antecedente all’entrata in vigore del decreto, i versamenti potranno essere effettuati entro il 16 settembre;

- sospensione della compensazione tra credito imposta e debito iscritto a ruolo: si consente di effettuare i rimborsi nei confronti di tutti i contribuenti senza applicare la procedura di compensazione con i debiti iscritti a ruolo;

- proroga termini per notifiche atti: gli atti per i quali i termini di decadenza scadono tra il 9 marzo 2020 ed il 31 dicembre 2020, sono notificati non prima del 1°gennaio 2021 e fino al 31 dicembre 2021;

- proroga rideterminazione del costo di acquisto di terreni e partecipazioni: la disposizione prevede la possibilità di rivalutare le partecipazioni non negoziate ed i terreni posseduti al 1° luglio 2020. Le aliquote dell’imposta sostitutiva sono stabilite nella misura dell’11 per cento;

- rinvio procedura automatizzata di liquidazione dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche: rinviata al 1° gennaio 2021 l’applicazione della procedura di integrazione da parte dell’agenzia delle entrate dell’imposta di bollo dovuta sulle fatture elettroniche inviate tramite il sistema di interscambio che non recano l’annotazione di assolvimento dell’imposta;

- rinvio dell’entrata in vigore di plastic tax e sugar tax al 1° gennaio 2021;

- rinvio della lotteria degli scontrini e dell’obbligo del registratore telematico al 1° gennaio 2021;

- modifiche alla disciplina degli indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa) per i periodi di imposta 2020.

7. Misure per la tutela del credito e del risparmio?Al fine di evitare o porre rimedio a una grave perturbazione dell’economia e preservare la stabilità finanziaria, il Ministero dell’economia e delle finanze è autorizzato, nei sei mesi successivi all’entrata in vigore del decreto, a concedere la garanzia dello Stato su passività delle banche aventi sede legale in Italia, nel rispetto della disciplina europea in materia di aiuti di Stato, fino a un valore nominale di 15 miliardi di euro.

Inoltre, al fine di assicurare l’ordinato svolgimento delle eventuali procedure di liquidazione coatta amministrativa delle banche diverse da quelle di credito cooperativo, con attività totali di valore pari o inferiore a 5 miliardi di euro, il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato a concedere il sostegno pubblico alle operazioni di trasferimento a una banca acquirente di attività e passività, di azienda, rami d’azienda nonché di beni e rapporti giuridici individuabili in blocco della banca in liquidazione coatta amministrativa, nelle forme specificate dal decreto.

Il Ministro dell’economia e delle finanze, sulla base degli elementi forniti dalla Banca d’Italia, presenta alla Commissione europea una relazione annuale sul funzionamento del regime di aiuti di Stato previsto.

8. Sostegno al turismo?- Tax credit vacanze: per il 2020 è riconosciuto un credito alle famiglie con un Isee non superiore a 40.000 euro, un credito, relativo al periodo d’imposta 2020, per i pagamenti legati alla fruizione dei servizi offerti in ambito nazionale dalle imprese turistico ricettive dagli agriturismi e dai bed&breakfast. Il credito, utilizzabile da un solo componente per ciascun nucleo familiare, è pari a 500 euro per ogni nucleo familiare con figlio a carico, a 300 euro per i nuclei familiari composti da due persone e a 150 euro per quelli composti da una sola persona;

- fondo turismo: per sostenere il settore turistico con operazioni di mercato, è istituito un fondo con una dotazione di 50 milioni di euro il 2020, finalizzato alla sottoscrizione di quote o azioni di organismi di investimento collettivo del risparmio e fondi di investimento, gestiti da società di gestione del risparmio, in funzione di acquisto, ristrutturazione e valorizzazione di immobili destinati ad attività turistico-ricettive;

- promozione turistica in Italia: per favorire la ripresa dei flussi turistici in ambito nazionale, è istituito il “Fondo per la promozione del turismo in Italia”, con una dotazione di 30 milioni di euro per l’anno 2020;

- ulteriori misure di sostegno per il settore turistico: è istituito un fondo con una dotazione di 50 milioni di euro per il 2020 per la concessione di contributi in favore delle imprese turistico ricettive, delle aziende termali e degli stabilimenti balneari, come concorso nelle spese di sanificazione e di adeguamento conseguente alle misure di contenimento contro la diffusione del COVID-19.

9. Misure per l’istruzione e la cultura?- Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali: è istituito un Fondo con una dotazione di 225 milioni di euro, destinato al sostegno delle librerie, dell’intera filiera dell’editoria, nonché dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura.

- Per assicurare il funzionamento dei musei e dei luoghi della cultura, tenuto conto delle mancate entrate causate dall’emergenza, è autorizzata la spesa di 100 milioni di euro per il 2020.

10. Misure per l’editoria e le edicole?Al fine di sostenere l’offerta informativa online in coincidenza con l’emergenza sanitaria sono previste varie misure, tra le quali:

- limitatamente all’anno 2020, l’innalzamento del credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari al 50 per cento;

- al fine di garantire il pagamento entro i termini di legge del rateo del contributo all’editoria in favore delle imprese beneficiarie, la verifica della regolarità previdenziale e fiscale prevista per il primo pagamento è cancellata. La verifica rimane invece operativa per in previsione del saldo del contributo;

- in via straordinaria per l’anno 2020, un credito d’imposta dell’8 per cento della spesa sostenuta nell’anno 2019 per l’acquisto della carta utilizzata per la stampa di libri e giornali;

- a titolo di sostegno economico per gli oneri straordinari sostenuti per lo svolgimento dell’attività durante l’emergenza sanitaria, alle persone fisiche esercenti punti vendita esclusivi per la rivendita di giornali e riviste (edicolanti), non titolari di redditi da lavoro dipendente o pensione, è riconosciuto un contributo una tantum fino a 500 euro, entro il limite di 7 milioni di euro per l’anno 2020;

- per il 2020, l’applicazione dell’IVA per il commercio di quotidiani e di periodici con una forfetizzazione del reso al 95 per cento, in luogo dell’80 per cento previsto in via ordinaria.

11. Misure per le infrastrutture e i trasporti ?Queste le principali misure previste nel settore delle infrastrutture e dei trasporti:

- al fine di sostenere le imprese ferroviarie per i danni derivanti dalla contrazione del traffico ferroviario a causa dell’emergenza, si prevede un indennizzo a favore di RFI quale gestore dell’intera infrastruttura ferroviaria nazionale, finalizzato a compensare il gestore a fronte della riduzione degli introiti derivanti dal pedaggio e dei corrispettivi, causata dalla contrazione del traffico ferroviario e dalla soppressione dei treni da parte delle altre imprese ferroviarie che, conseguentemente non corrispondono il pedaggio al gestore della rete;

- per le medesime ragioni, si prevede la riduzione a favore di tutte le imprese ferroviarie di trasporto passeggeri e merci operanti sull’infrastruttura ferroviaria nazionale, di una quota parte del canone di accesso all’infrastruttura;

- si istituisce presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti un fondo finalizzato a ristorare gli operatori aerei con basi in Italia per la riduzione del traffico determinata dalle misure di prevenzione e contenimento del virus COVID-19;

- si introducono anche misure finalizzate al sostegno agli operatori portuali e alle imprese che operano nel settore portuale e marittimo, prevedendo, in particolare, misure a sostegno della operatività degli scali nazionali, come la facoltà per le Autorità di sistema portuale e per l’ Autorità portuale di Gioia Tauro, di disporre la riduzione o l’azzeramento, dell’importo dei canoni concessori e di quelli relativi alle concessioni per la gestione di stazioni marittime e servizi di supporto a passeggeri, dovuti in relazione all’anno 2020, per i concessionari che dimostrino di aver subito una diminuzione del fatturato pari o superiore al 20 per cento;

- al fine di sostenere il settore del trasporto pubblico locale e regionale di passeggeri oggetto di obbligo di servizio pubblico a seguito degli effetti negativi derivanti dall’emergenza epidemiologica da COVID-19, è istituito presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti un fondo destinato a compensare la riduzione dei ricavi tariffari relativi ai passeggeri nel periodo dal 23 febbraio 2020 al 31 dicembre 2020 rispetto alla media dei ricavi tariffari relativa ai passeggeri registrata nel medesimo periodo del precedente biennio;

- per incentivare forme di mobilità sostenibile alternative al trasporto pubblico locale che garantiscano il diritto alla mobilità delle persone nelle aree urbane a fronte delle limitazioni al trasporto pubblico locale operate dagli enti locali per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 si prevede che il “Programma sperimentale buono mobilità» incentivi forme di mobilità sostenibile alternative al trasporto pubblico locale. In particolare, ai residenti maggiorenni nei capoluoghi di Regione, nelle Città metropolitane, nei capoluoghi di Provincia ovvero nei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti è riconosciuto un “buono mobilità”, pari al 60 per cento della spesa sostenuta e comunque non superiore a euro 500, a partire dal 4 maggio 2020 e fino al 31 dicembre 2020, per l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita, nonché di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, quali segway, hoverboard, monopattini e monowheel ovvero per l’utilizzo dei servizi di mobilità condivisa a uso individuale esclusi quelli mediante autovetture. Tale “buono mobilità” può essere richiesto per una sola volta ed esclusivamente per una delle destinazioni d’uso previste. Al riguardo, si prevede lo stanziamento di ulteriori 50 milioni di euro per l’anno 2020, per un totale di 120 milioni di euro per tale annualità. Per gli anni 2021 e seguenti il Programma incentiva il trasporto pubblico locale e regionale e forme di mobilità sostenibile ad esso integrative a fronte della rottamazione di autoveicoli e motocicli altamente inquinanti. Si prevede che il buono venga riconosciuto per la rottamazione della tipologia di autovetture e di motocicli indicati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2020; tale buono può essere impiegato anche per l’acquisto di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica quali segway, hoverboard, monopattini e monowheel. Inoltre, il decreto amplia la normativa vigente che prevede il finanziamento di progetti per la creazione, il prolungamento, l’ammodernamento e la messa a norma di corsie riservate per il trasporto pubblico locale, ricomprendendo anche le piste ciclabili;

- viene introdotto il rimborso dei costi sostenuti per l’acquisto di abbonamenti di viaggio per servizi ferroviari e di trasporto pubblico dai viaggiatori pendolari. Possono accedere alla richiesta di ristoro i possessori di un abbonamento ferroviario o di trasporto pubblico locale in corso di validità durante il periodo interessato dalle misure governative e non hanno potuto utilizzare, del tutto o in parte, il titolo di viaggio. Il rimborso può avvenire mediante l’emissione di un voucher o il prolungamento della durata dell’abbonamento;

- al fine di assicurare un adeguato sostegno di natura mutualistica alle imprese del settore autotrasporto, si prevede un incremento di 20 milioni di euro, per l’anno 2020, del fondo finalizzato alla copertura della riduzione compensata dei pedaggi autostradali.

12. Misure per lo sport ?Si agevolano le associazioni e società sportive, professionistiche e dilettantistiche, che operano sull’intero territorio nazionale, consentendo loro di non procedere, fino al 30 giugno 2020, al versamento dei canoni di locazione e concessori relativi all’affidamento di impianti sportivi pubblici dello Stato e degli enti territoriali, che nel periodo in considerazione sono rimasti inutilizzati per factum principis.

I versamenti sospesi sono effettuati in unica soluzione entro il 31 luglio o mediante rateizzazione fino ad un massimo di 4 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di luglio 2020.

Inoltre, si stabilisce che i soggetti concessionari possono sottoporre all’ente concedente una domanda di revisione del rapporto concessorio in essere, da attuare mediante la rideterminazione delle condizioni di equilibrio originariamente pattuite, anche attraverso l’allungamento del termine di durata del rapporto, in modo da consentire il graduale recupero dei proventi non incassati per effetto della applicazione delle misure di sospensione delle attività sportive disposte in forza dei provvedimenti statali e regionali, e l’ammortamento degli investimenti effettuati. La revisione deve consentire la permanenza dei rischi trasferiti in capo all’operatore economico e delle condizioni di equilibrio economico finanziario relative al contratto.

Si stabilisce che la sospensione delle attività sportive, disposta con i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri attuativi dei decreti-legge 23 febbraio 2020, n. 6, e 25 marzo 2020, n. 19, è sempre valutata quale fattore di sopravvenuto squilibrio dell’assetto di interessi pattuito con il contratto di locazione di palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo. In ragione di tale squilibrio il conduttore ha diritto, limitatamente alle cinque mensilità da marzo 2020 a luglio 2020, ad una corrispondente riduzione del canone locatizio che, salva la prova di un diverso ammontare a cura della parte interessata, si presume pari al cinquanta per cento del canone contrattualmente stabilito.

Si estendono le disposizioni già previste dal decreto “cura Italia” in relazione ai contratti di acquisto di titoli di accesso per spettacoli di qualsiasi natura, anche ai contratti di abbonamento per l’accesso a palestre, piscine e impianti sportivi di ogni tipo, per i quali si sia verificata l’impossibilità sopravvenuta della prestazione a seguito delle misure di restrizione e contenimento.

Per far fronte alla crisi economica dei soggetti operanti nel settore sportivo, si prevede che una quota della raccolta delle scommesse sportive sia destinata sino al 31 luglio 2022 alla costituzione del “Fondo salva sport”. Le suddette risorse sono destinate a misure di sostegno e di ripresa del movimento sportivo.

13. Misure per l’agricoltura ?Si istituisce il “Fondo emergenziale a tutela delle filiere in crisi”, con una dotazione di 500 milioni di euro per l’anno 2020, finalizzato all’attuazione di interventi di ristoro per i danni subiti dal settore agricolo, della pesca e dell’acquacoltura.

Inoltre, per fronteggiare le gravi difficoltà per l’intero settore zootecnico, dovute alla chiusura di mense e punti di ristorazione e del rallentamento delle esportazioni, con conseguenze soprattutto per i trasformati del latte destinati al consumo fresco e per il settore carne, si prevede la compensazione parziale delle spese di stoccaggio e di stagionatura di tali prodotti, destinati ad essere immessi in commercio mesi dopo la loro fabbricazione.

14.  Misure in materia di istruzione ?Al fine di assicurare la ripresa dell’attività scolastica in condizioni di sicurezza e di garantire lo svolgimento dell’anno scolastico 2020/2021 in modo adeguato alla situazione epidemiologica, il fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche è incrementato di 331 milioni di euro nel 2020. Le risorse sono destinate ai seguenti interventi:

- acquisto di servizi professionali, di formazione e di assistenza tecnica per la sicurezza sui luoghi di lavoro, per la didattica a distanza e per l’assistenza medico-sanitaria e psicologica, di servizi di lavanderia, di rimozione e smaltimento di rifiuti;

- acquisto di dispositivi di protezione e di materiali per l’igiene individuale e degli ambienti, nonché di ogni altro materiale, anche di consumo, in relazione all’emergenza epidemiologica da COVID-19;

- interventi in favore della didattica degli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento ed altri bisogni educativi speciali;

- interventi utili a potenziare la didattica anche a distanza e a dotare le scuole e gli studenti degli strumenti necessari per la fruizione di modalità didattiche computabili con la situazione emergenziale nonché a favorire l’inclusione scolastica e ad adottare le misure che contrastino la dispersione;

- acquisto e messa a disposizione, in particolare degli studenti meno abbienti, in comodato d’uso, di dispositivi digitali individuali e della necessaria connettività di rete per la fruizione della didattica a distanza nonché per favorire l’inclusione scolastica e adottare misure che contrastino la dispersione;

- acquisto e utilizzo di strumenti editoriali e didattici innovativi;

- adattamento degli spazi interni ed esterni e la loro dotazione allo svolgimento dell’attività didattica in condizioni di sicurezza, inclusi interventi di piccola manutenzione, di pulizia straordinaria e sanificazione, nonché interventi di realizzazione, adeguamento e manutenzione dei laboratori didattici, delle palestre, di ambienti didattici innovativi, di sistemi di sorveglianza e dell’infrastruttura informatica.

Inoltre, si semplificano le procedure di approvazione e di autorizzazione dei mutui BEI per l’edilizia scolastica a valere sulla programmazione triennale nazionale, con l’introduzione della possibilità di concedere anticipazioni agli enti locali.

Infine, si prevede che i soggetti pubblici e privati che svolgono i servizi educativi del sistema integrato 0/6 anni e le scuole paritarie dell’infanzia a gestione pubblica o privata beneficiano, a copertura del mancato versamento delle rette o delle compartecipazioni comunque denominate da parte dei fruitori, determinato dalla sospensione delle attività in presenza a seguito delle misure adottate per contrastare la diffusione del Covid-19, di un contributo previsto per 65 milioni.

Al termine de Consiglio dei Ministri, il Presidente, Giuseppe Conte, ha tenuto una conferenza stampa a Palazzo Chigi con i Ministri Roberto Gualtieri (Economia e Finanze), Roberto Speranza (Salute), Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico), Teresa Bellanova (Politiche Agricole Alimentari e Forestali) per presentare il Decreto Rilancio.

“Abbiamo lavorato a questo decreto nella consapevolezza che c'è un Paese in grande difficoltà, c'è una comunità di donne, di persone, in grande sofferenza e la manovra per fronteggiare questa fase di emergenza è una manovra che contiene però anche delle premesse perché questa fase di ripartenza possa già concretizzare una prospettiva di ripresa economica e sociale” ha detto il Presidente Conte presentando il decreto che dovrà dare sostegno alle imprese, alle famiglie, alla scuola, all’università, alla ricerca, al mondo della disabilità, al sistema sanitario, alle forze dell'ordine, al mondo dello sport, al turismo, al settore edilizio. “Un testo complesso” ha proseguito “ci sono oltre 250 articoli ma tenete conto che parliamo di 55 miliardi pari a due manovre, due leggi di bilancio”. “Ci sono in queste settimane persone che sono rimaste senza lavoro, senza un reddito, commercianti che rischiano di chiudere addirittura definitivamente la loro attività, imprenditori che sono nell'assoluta incertezza, non sanno se continuare. Il vostro grido di allarme, le vostre segnalazioni, non ci sono sfuggite e questa fotografia dolorosa del paese la conosciamo ed è per questo che ci siamo impegnati al massimo facendoci carico di tutta questa sofferenza, ce l'abbiamo messa tutta per rafforzare ulteriormente il sostegno a chi ha perso il lavoro potenziando cassa integrazione, bonus per autonomi, facendo anche in modo, confidiamo, che le erogazioni arrivino ancora più speditamene di quanto è successo fino a adesso. Non ci sono sfuggiti i ritardi e stiamo cercando di rimediare con questo decreto per rendere alcuni passaggi burocratici ancora più spediti. Introduciamo anche delle misure di rilancio e sostegno alle imprese per dare impulso alla crescita, accompagnare l'economia verso una pronta ripartenza con aiuti a fondo perduto, riduzione delle tasse, sconti fiscali, sgravi per affitti, per bollette elettriche che saranno ancora più leggere. Aiutiamo anche le famiglie, che hanno figli, che devono fare i conti con i problemi anche delle scuole che sono chiuse, però con la didattica a distanza si pongono il problema dei figli a casa. Abbiamo anche un reddito di emergenza per le fasce della popolazione che in questo momento hanno bisogno di particolare protezione. Per i lavoratori le misure messe in campo sono veramente molto cospicue, 25,6 miliardi di euro, quindi ci sono le risorse per rifinanziare e rafforzare cassa integrazione e bonus autonomi. Questi sono definiti ammortizzatori sociali, io però mi permetto di chiamarli ammortizzatori sociali ed a un tempo economici, perché è vero che proteggono i lavoratori ma servono anche alle imprese per preservare la loro efficienza produttiva. Ora dobbiamo attivare questi aiuti economici soprattutto a coloro che non hanno ancora ricevuto nulla, e fare in modo che arrivino in maniera semplice, rapida e veloce”.  (Regioni.it 3841)

Scoppia la guerra del riso che è il cereale più consumato sulle tavole di tutto il mondo dove i grandi produttori stanno accumulando scorte strategiche per fronteggiare l’epidemia sconvolgendo il commercio globale e l’andamento dei prezzi. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti in occasione della Giornata della Terra che, in piena pandemia da coronavirus, riscopre il suo ruolo originario di fonte alimentare per la popolazione del pianeta.

Il Vietnam – sottolinea la Coldiretti -  ha contingentato le esportazioni che sono state invece bloccate dal Bangladesh per il riso locale mentre in India le consegne per l’estero si sono fermate a seguito delle pesanti conseguenze del lockdown ed in Thailandia i prezzi del riso sono saliti al valore massimo dal 2013. Secondo l'International Rice Research Institute (IRRI) – riferisce la Coldiretti - l'aumento dei prezzi del riso potrebbe diventare una tendenza globale a medio e a lungo termine, se la pandemia COVID-19 non mostrerà segni di attenuazione, con aumenti dal 19%, al 52%, se i paesi esportatori non riprenderanno le spedizioni.

L’aumento del valore del riso è solo la punta dell’iceberg delle tensioni che si registrano a livello internazionale sul cibo. Una situazione che – precisa la Coldiretti - incrementerebbe notevolmente il numero dei 135 milioni di persone in 55 paesi e territori hanno vissuto condizioni di insicurezza alimentare alla fine del 2019 secondo il rapporto del Network Globale contro le Crisi Alimentari.

Nell’anniversario dei 50 anni della Giornata della Terra, la pandemia da coronavirus sta rivoluzionando le priorità dei mercati e dei consumatori – sottolinea la Coldiretti – con le produzioni agricole diventate più preziose e richieste del petrolio che, al contrario, è crollato con il fermo delle attività industriali. L’emergenza ha ribaltato la geografia del valore della terra –evidenzia la Coldiretti – con i giacimenti di idrocarburi del sottosuolo che hanno perso centralità economica rispetto ai raccolti che crescono sui campi di tutto il mondo e che vengono considerati ormai vere e proprie riserve strategiche da proteggere e accantonare. 

Nonostante una storica sottovalutazione dell’importanza del settore, l’Italia – riferisce la Coldiretti - può ancora contare su una agricoltura che si classifica al primo posto a livello comunitario per numero di imprese e valore aggiunto grazie ai primati produttivi, dal grano duro per la pasta al riso, dal vino a molti prodotti ortofrutticoli ma anche per la leadership nei prodotti di qualità come salumi e formaggi.

“In gioco c’è una filiera allargata che in Italia dai campi agli scaffali vale oltre 538 miliardi con oltre 3,6 milioni di occupati con l’allarme globale provocato dal coronavirus che ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’emergenza Covid 19, ne sta però mettendo a nudo tutte le fragilità sulle quali è necessario intervenire con il piano Marshall proposto dalla Coldiretti per l’agroalimentare che ha bisogno di una robusta iniezione di liquidità in un momento in cui la terra è diventata la nuova frontiera per le nuove generazioni come dimostra la campagna #miprendocuradite lanciata dai giovani della Coldiretti proprio per i 50 anni della giornata della Terra”.

Presentati dal CREA Politiche e Bioeconomia Annuario dell’agricoltura italiana 2018 e

Rapporto sul commercio estero dei prodotti agroalimentari 2018 con anticipazioni 2019

Il sistema agro­alimentare, inteso complessivamente come agricoltura, silvicoltura e pesca (ASP), anche per il 2018 si conferma settore chiave della nostra economia. La produzione (59,2 miliardi di euro in valori correnti), infatti, registra un aumento significativo pari all’1,8% rispetto all’anno precedente, legato a una lieve crescita dei volumi prodotti (0,6%) e a un consistente rialzo dei prezzi dei prodotti venduti (+1,1%). Tuttavia, si confermano stabili sia il valore aggiunto, a causa del forte incremento dei consumi intermedi (+4,2%) sia il peso complessivo sul sistema economico (2,2%). Al risultato positivo hanno contribuito tutte le componenti, con le variazioni più significative da parte di silvicoltura e pesca (rispettivamente con +3% e +2,6% in valori correnti), pur rimanendo marginali rispetto all’agricoltura, che da sola pesa per oltre il 94% sul totale.

Questi alcuni dei dati contenuti nell’Annuario dell’agricoltura italiana 2018 e del Rapporto sul commercio con l’estero dei prodotti agroalimentari 2018, elaborati dal CREA, con il suo Centro di Politiche e Bioeconomia.

La presentazione di oggi evidenzia l’immagine di un comparto, che nonostante alcune criticità, presenta segnali di importante dinamismo, testimoniato dall’aumento degli investimenti fissi lordi (+4,2%), ma anche dalle buone le performance dell’industria alimentare, che pesa per l’11% circa sul valore aggiunto e per il 12% circa sull’occupazione del settore manifatturiero nazionale, registrando nell’ultimo decennio livelli di produttività (+9%) e indici della produzione industriale più elevati, rispetto al resto del sistema industriale. Aumenta lievemente il lavoro agricolo, con +0,8% delle unità di lavoro annue (ULA) impiegate, grazie alla crescita della componente dipendente (+2,5), che segnala la progressiva professionalizzazione dell’attività agricola. Risulta, inoltre, sempre più importante per le aziende la diversificazione delle attività produttive, che pesa per circa il 20% sul valore della produzione. Emerge inoltre che chi diversifica consegue migliori risultati economici. Ai buoni risultati ottenuti contribuiscono anche le numerose iniziative di carattere politico, con il livello di sostegno pubblico in agricoltura che ha superato i 12,7 miliardi di euro (+23%).

Dal punto di vista strutturale, prosegue il percorso di ricomposizione della maglia aziendale, con l’aumento delle aziende di classi dimensionali elevate (oltre i 100.000 euro di Produzione Standard), che gestiscono circa metà della SAU totale. La superficie media aziendale che è salita a 11 Ha, anche grazie ad un lieve ripresa del mercato fondiario, e soprattutto al ricorso agli affitti. Anche gli ultimi dati di tendenza registrano la fuoriuscita di operatori: in calo le iscrizioni delle imprese agricole nei registri camerali (-6,4%).

Indiscusso il ruolo ambientale dell’agricoltura, che è una delle componenti prioritarie della bioeconomia, di cui l’Italia è uno dei leader europei, con un fatturato stimato in oltre 322 miliardi di euro. La diffusione di pratiche sostenibili e il rafforzamento della componente forestale appaiono cruciali per il loro contributo a processi di mitigazione del cambiamento climatico. Cresce l’attenzione al ruolo di tutela paesaggistica, con numerosi riconoscimenti internazionali e nazionali, che favoriscono anche la crescita di attività collaterali come l’enoturismo, la cui disciplina è stata rinnovata di recente.

Il sistema di qualità basato sulle indicazioni geografiche (300 prodotti alimentari e 526 vini) ha raggiunto un valore di mercato di primo piano, il cui export commerciale è minacciato dall’instabilità politica internazionale.

«Le analisi periodiche condotte dal CREA - ha dichiarato Roberto Henke, Direttore del CREA Politiche e Bioeconomia - restituiscono un’immagine del settore agricolo italiano in cui convivono importanti segnali di dinamismo, a fianco di alcuni problemi ancora aperti, nonostante i quali la nostra agricoltura appare collocata lungo un percorso evolutivo di straordinario interesse. Per il futuro sviluppo del settore, l’esigenza imprescindibile è quella di trovare, da un punto di vista programmatico, il migliore equilibrio tra il bisogno di preservare una tradizione produttiva consolidata e la necessità di superare le criticità irrisolte, attraverso le ineludibili spinte innovative provenienti dalla ricerca e dall’avanzamento tecnologico».

Nell’anno, come evidenziato dal Rapporto sul commercio estero 2018, ancora una volta è stato l’export a fare da traino, con un aumento delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari del +1,4% rispetto al 2017, superando i 41,6 miliardi di euro, a fronte di una riduzione delle importazioni del -2% rispetto al 2017, attestandosi a 43,7 miliardi. Questa dinamica ha reso possibile la contrazione del deficit della bilancia agroalimentare, che per la prima volta scende sotto i 2 miliardi. Il principale mercato di riferimento è l’Unione Europea con 2/3 delle nostre esportazioni e oltre il 70% delle importazioni, seguito da Nord America e Asia. L’83% delle esportazioni riguarda prodotti trasformati o bevande, mentre 1/3 delle importazioni è costituito da prodotti primari in larga parte destinati all’industria alimentare. I prodotti del Made in Italy rappresentano oltre il 73% delle esportazioni.

L’analisi dei primi nove mesi del 2019 evidenzia un’ottima performance delle esportazioni agroalimentari, con un aumento del 4,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; tornano a crescere anche le importazioni agroalimentari (+1,4%). A trainare l’andamento positivo delle esportazioni, anche nel 2019, sono i prodotti trasformati e soprattutto le bevande, sia vino che altre bevande alcoliche e non alcoliche. Dal lato delle importazioni calano, invece, i flussi del settore dei trasformati. Il Nord America, principale mercato di destinazione Extra-UE, incrementa ulteriormente il proprio peso. I prodotti del Made in Italy, che rappresentano oltre il 73% delle esportazioni agroalimentari italiane, confermano il trend positivo. Molti dei principali prodotti, tra cui vino, prodotti da forno e formaggi, evidenziano, nell’intero periodo analizzato, tassi di crescita rilevanti.

«L’importanza dei mercati esteri per l’agroalimentare italiano – ha spiegato Roberto Solazzo, ricercatore CREA Politiche e Bioeconomia, responsabile del Rapporto sul commercio con l’estero dei prodotti agroalimentari italiani - trova conferma nel trend positivo delle esportazioni e nel netto calo del deficit della bilancia agroalimentare. I possibili effetti sugli scambi con l’estero dei recenti cambiamenti geopolitici e commerciali andranno monitorati e analizzati con attenzione, in particolare per le esportazioni dei prodotti del Made in Italy».

«L’importanza dei dati e delle informazioni quantitative e qualitative – ha commentato l’On. Giuseppe L’Abbate, Sottosegretario alle Politiche Agricole, che ha chiuso i lavori della giornataè oramai imprescindibile anche per il comparto agroalimentare. Le crisi che oggi viviamo, sono il risultato della mancata programmazione. Elaborare Piani di settore per ogni comparto deve essere una priorità del Mipaaf per sostenere le imprese nell’affrontare l’evoluzione tecnologica, i cambiamenti climatici e le nuove sfide dei mercati. Valorizzare le produzioni nazionali, infatti, significa anche incentivare le esportazioni: occorre rispondere alle crescenti richieste delle imprese di inserire nelle Ambasciate italiane all’estero figure professionali adeguate, come gli agronomi, anche per dirimere i nodi cruciali dei singoli protocolli fitosanitari necessari per le esportazioni delle nostre eccellenze».

Infine, da oggi on line sul sito del CREA anche L’agricoltura italiana conta 2019, giunta alla 32° edizione, un affermato e agile strumento informativo sull’andamento del sistema agroalimentare italiano.

 

I superdazi Usa su alcuni dei prodotti italiani più rappresentativi come il Parmigiano reggiano ed il Grana Padano spingono il fatturato del falso Made in Italy negli Stati Uniti a 24 miliardi. E’ quanto emerge dallo studio presentato dalla Coldiretti al analisi della Coldiretti presentata al Forum Internazionale dell’agroalimentare a Cernobbio dove è stata apparecchiata “La tavola degli americani dopo i dazi”. Una misura che - sottolinea la Coldiretti - fa perdere competitività sul mercato americano a vantaggio dei prodotti statunitensi e dei Paesi concorrenti non colpiti dalle misure protezionistiche autorizzate dal Wto nell’ambito della disputa tra Usa ed Europa per gli aiuti al settore aeronautico.

 

I dazi Usa sono una risposta del presidente degli Stati Unit Donald Trump alle sollecitazioni dalla lobby dell’industria casearia Usa (CCFN) che – riferisce la Coldiretti - ha esplicitamente chiesto con una lettera di imporre tasse alle importazioni di formaggi europei al fine di favorire l’industria del falso Made in Italy e costringere l’Unione Europea ad aprire le frontiere ai tarocchi a stelle e strisce.

 

A differenza di quanto avviene per altri articoli come la moda o la tecnologia, a taroccare il cibo italiano non sono i Paesi poveri, ma soprattutto quelli emergenti o i più ricchi a partire proprio dagli Stati Uniti. Negli Stati Uniti il 99 per cento dei formaggi di tipo italiano sono “tarocchi” nonostante il nome richiami esplicitamente le specialità casearie più note del Belpaese, dalla Mozzarella alla Ricotta, dal Provolone all’Asiago, dal Pecorino Romano al Grana Padano, fino al Gorgonzola. Le brutte copie dei prodotti caseari nazionali ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni raggiungendo complessivamente i 2,5 miliardi di chili ed è realizzata per quasi i 2/3 in Wisconsin e California mentre lo Stato di New York si colloca al terzo posto. In termini quantitativi in cima alla classifica - precisa Coldiretti – c’è la mozzarella con 1,97 miliardi di chili all’anno, seguita dal Parmesan con 192 milioni di chili, dal provolone con 181 milioni di chili, dalla ricotta con 113 milioni di chili e dal Romano con 25 milioni di chili realizzato però senza latte di pecora, secondo lanalisi della Coldiretti su dati Usda, il Dipartimento dell’agricoltura statunitense.

 

Sulla “Tavola del Falso Made in Italy in Usa” esposta a Cernobbio si può dunque trovare – spiega Coldiretti – assieme al parmesan anche il Romano Cheese, l’Asiago Cheese, la Crescenza Stracchino o il Provolone Cheese Organic. Ma il problema – continua la Coldiretti -  riguarda tutte le categorie merceologiche come il vino Chianti prodotto in California o il Marsala, il San Marzano nella versione “sugo di pomidoro – Arrabbiatta Sauce o “pomidori pelati”, l’olio Pompeian made in Usa, i salumi più prestigiosi, dalle imitazioni del Parma e del San Daniele al Calabrese Salame, Salame Toscano o addirittura la Finocchiona o la Soppressata. Ma ci sono anche il Classico Traditional Basil Pesto o il latte Tuscan - Fat Free Milk.

 

“La pretesa di chiamare con lo stesso nome prodotti profondamente diversi è inaccettabile e rappresenta un inganno per i consumatori ed una concorrenza sleale nei confronti degli imprenditori” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “Ora è necessario aprire la trattativa a livello comunitario e nazionale dove una buona premessa al confronto sono le importanti relazioni con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha saputo costruire il premier Giuseppe Conte” ha concluso Prandini nel sottolineare l’esigenza che “vengano attivate al piu’ presto forme di sostegno ai settori piu’ duramente colpiti e non coinvolti bel settore aerospaziale al centro della disputa sugli aiuti a Airbus e Boeing che ha originato la guerra commerciale”.

 

PRODUZIONE DI FALSI FORMAGGI ITALIANI IN USA NEL 2018

Tipo formaggio

Quantità in milioni di kg

 

Provolone

181

 

Romano

25

 

Parmesan

192

 

Mozzarella

1970

 

Ricotta

113

 

Altri formaggi

19

 

TOTALE

2500

 

Elaborazione Coldiretti su dati USDA

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