“Il CREA deve essere il cervello del Masaf. Bisogna accelerare il processo di condivisione dei dati, di ricerca e innovazione. Il centenario della Stazione Sperimentale di Viticoltura a Conegliano Venetodimostra quanto sia fondamentale partire dal nostro glorioso passato per essere competitivi e vincenti nel futuro. Con il Governo Meloni abbiamo rimesso l’agricoltura al centro del dibattito politico. Avremo il massimo del sostegno economico degli ultimi trent’anni passando da 3,53 mld a 6,58 mld per gli investimenti in agricoltura”. Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che ha poi aggiunto: “Occorre attuare a una seria alleanza con le altre Nazioni produttrici di vino e prodotti di qualità. Stiamo lavorando a questo, già al prossimo Vinitaly, su nostro invito, dovrebbero essere presenti in questa edizione, i ministri di altri Stati con l’obiettivo di proporre un patto chiaro: garantire la difesa del vino. Perché occorre informare e non condizionare il mercato. L’Italia è la dimostrazione che le paventate criticità in termini salutistici sul vino sono infondate”.

Il centenario La viticoltura ve­neta e poi nazionale hanno beneficiato della ricerca condotta negli Istituti del Ministero dell’Agricoltura, fino ai giorni d’oggi, dove, su tutti, tre consorzi del Triveneto, quali Prosecco DOC, Prosecco Superiore Conegliano-Valdobbiade­ne e Pinot Grigio delle Venezie, producono ed esportano in tutto il mondo oltre 1 miliardo di bottiglie, superando di gran lunga lo Champagne. Nel 2022 le esportazioni dell’Italia di vino hanno raggiunto gli 8 miliardi di euro, valore in crescita del 9,3% rispetto al 2021. Il peso del settore sulle esportazioni agroalimentari complessive dell’Italia è pari al 13,6% nel 2022 e il valore della filiera ammonta a 13,8 Miliardi di € di fatturato complessivo (>10% del fatturato agroalimentare).

"In questo secolo di vita,- spiega Riccardo Velasco, direttore del CREA Viticoltura ed Enologia - il nostro Centro ha contribuito a tutti i grandi cambiamenti, dalla lotta alla fillossera ed alle crittogame che hanno quasi cancellato la vite dall'Europa, fino alle più recenti innovazioni tecnologiche e biotecnologiche. Le attività di conservazione e recupero della biodiversità viticola, il miglioramento genetico tradizionale e biotecnologico, lo sviluppo e le applicazioni di equilibrati protocolli ecosostenibili, la robotica e la bioinformatica, la genomica e la metabolomica della vite definiscono il nostro profilo moderno e trainante per un ulteriore salto di qualità della vitivinicoltura italiana. L’accorpamento delle sei sedi coordinate dal Centro di Conegliano in alcune tra le più importanti regioni vitivinicole – continua Velasco - costituisce un patrimonio di grande affidabilità per il CREA. La massa critica importante che abbiamo costituito ha portato tutta la filiera ad un livello di qualità della ricerca e dei servizi resi al mondo produttivo ad un livello nettamente superiore rispetto al passato. Abbiamo imparato a fare sistema e il coordinamento di Conegliano è cresciuto di pari passo, beneficiandone a sua volta. Oltre alle attività consolidate del Centro, quali la certificazione sanitaria e dei materiali vivaistici, la ricostruzione dei pedigree e la collezione varietale, che esprime la maggiore biodiversità viticola dell’intero territorio nazionale, le competenze chimiche e fisiologiche della coltura sono accompagnate oggi dalle tecnologie più avanzate a 360°”.

Le innovazioni scientifiche del centro di ricerca

Miglioramento genetico Tra i più importanti settori in cui il Centro primeggia, alcuni sono nati quasi da zero o poco più, ma sono cresciuti in maniera esponenziale. Tra questi, il Centro dispone del più grande (dimensionalmente) piano di miglioramento genetico in Italia, probabilmente in Europa. Da Nord a Sud oltre 20.000 genotipi sono in corso di valutazione per resistenze alle maggiori malattie fungine e per la qualità degli incroci tra varietà autoctone (Glera, Sangiovese, Primitivo, Cesanese per fare degli esempi molto conosciuti) e vitigni resistenti di ultima generazione.

Biotecnologie applicate Altro settore di grande interesse sono le biotecnologie applicate alla vite, in particolare finalizzate all’ottenimento di portainnesti resistenti allo stress idrico e vitigni resilienti alle maggiori malattie fungine, allo scopo di ottenere piante che richiedano minori trattamenti e/o superino situazioni di stress idrico. Vari esperimenti di tecniche di evoluzione assistita (TEA) e cis-genesi hanno prodotto piantine in vitro pronte per i primi test in campo, non appena saranno stabiliti i criteri e individuate le località ideali in accordo con le regioni interessate.

Viticoltura digitale Le più avanzate applicazioni tecnologiche, dalle apparecchiature meteo e software predittivi, alla sensoristica prossimale (nel terreno o sulla pianta) e distale (droni e satelliti) sono in corso di sperimentazione in numerosi progetti con aziende di medio-grandi dimensioni e consorzi di rilevanza nazionale.

Fitoplasmosi e controllo alternativo dei maggiori patogeni Nel Centro esiste uno dei gruppi più competenti nella lotta alle fitoplasmosi della vite, flavescenza dorata e legno nero, che flagellano tutt’oggi il Nord Italia. Il nostro Centro è parte integrante della task force istituita dal Ministero per controllare la malattia e trovare soluzioni praticabili ed ecocompatibili. Con pari intensità, lavoriamo da tempo anche nella gestione sostenibile del vigneto con la regione Veneto, sia per contenere l’uso del rame e dello zolfo entro i parametri richiesti, che per limitare l’uso dei pesticidi riducendolo ai minimi termini. Abbiamo, poi, realizzato la più grande banca dati dei microrganismi del terreno ed epifiti (conviventi sulla pianta) potenziali protettori della pianta dai patogeni fungini (mal dell’esca).

Metabolomica della vite Le capacità di analisi chimiche dettagliate, soprattutto di una visione olistica (in contemporanea di tutti i metaboliti) dei componenti di un prodotto, come ad esempio l’acino della vite ed il vino, rendono i contenuti scomponibili nei dettagli e fruibili grazie alle strumentazioni disponibili ad oggi anche presso il nostro Centro. Tutto ciò può garantire un supporto fondamentale nelle analisi dei prodotti delle nuove varietà resistenti ma anche per le collaborazioni con la Repressione Frodi (ICQRF) con cui lavoriamo attivamente per prevenire l’entrata in commercio di prodotti caratterizzanti il territorio, come il Pinot Grigio delle Venezie o il Primitivo di Puglia, contaminati da prodotti non consoni alla qualità e purezza del prodotto.

La storia nel 1923, nacque la Stazione Sperimentale di Viticoltura: Ente Consortile autonomo costituito presso la Scuola Enologica per sostenere la viticoltura locale. Nel 1930 venne ufficializzata come Regia Stazione Sperimentale di Viticoltura ed Enologia. Nel 1933 venne posta la prima pietra della attuale sede e fra i primi interventi ci furono l’impianto sia di una collezione ampelografica - che comprendeva centinaia di vitigni da vino, da tavola, portinnesti e Ibridi Produttori Diretti (IPD), poi ampliata nel tempo – sia di numerosi vigneti sperimentali, preziosi per la ricostituzione viticola del Veneto e delle regioni limitrofe. 

Nel 1967, divenne uno degli Istituti Sperimentali del Ministero dell’Agricoltura, con il nome di Istituto Sperimentale per la viticoltura, di pari grado degli Istituti scientifici universitari, articolato in 3 sezioni operative (Asti, Arezzo e Bari) che facevano riferimento alla sede centrale di Conegliano. Intanto, l'Istituto veniva investito di nuovi compiti: il Servizio Repressione frodi fino al 1986, il rilascio dei certificati di analisi per il vino destinato all'esportazione fino al 1995, il controllo della produzione ed il commercio dei materiali di propagazione della vite (Servizio Controllo Vivai).

Nel 1981 venne creata e messa a disposizione dal Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, una collezione di oltre 600 vecchi vitigni (in collaborazione con il CNR e diverse università italiane).  Nel 2005 l'Istituto Sperimentale per la Viticoltura confluiva nel Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (CRA), divenendo dal 2015 Centro per la Ricerca in Viticoltura (CRA-VIT). Nel 2017, con l’ultima riforma, il Centro acquisiva anche la ricerca in enologia e le diverse sezioni operative periferiche (Asti, Arezzo, Velletri, Turi e Gorizia) assumendo il nome di Centro di ricerca Viticoltura ed Enologia (CREA-VE).

“Celebrare i 100 anni di storia della sede CREA di Conegliano – ha dichiarato il prof. Mario Pezzotti, Commissario Straordinario CREA - significa non solo ripercorrere la storia della viticoltura italiana, ma anche ricordare quanto la ricerca abbia supportato e continui a supportare questo settore che rappresenta, come nessun altro, il made in Italy agroalimentare nel mondo e che ha bisogno di innovazione per essere resiliente in campo e sempre competitivo sui mercati”. 

 

Presentata nei giorni scorsi a Roma ‘edizione 2023 di Ecomondo 2023, la manifestazione di Italian Exhibition Group leader nel bacino del Mediterraneo per le tecnologie dell’economia circolare, che si terrà in Fiera a Rimini dal 7 al 10 novembre prossimi.

Anche quest’anno Ecomondo sarà aperta dagli Stati Generali della Green Economy, curati dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile e promossi dal Consiglio nazionale composto da 65 organizzazioni di imprese della green economy in Italia, in collaborazione con il MASE.

Attesi oltre 1.500 brand espositori (+10% rispetto al 2022) per la 26ª edizione della manifestazione b2b2g di IEG, su oltre 150 mila i metri quadrati lordi di esposizione.

Saranno circa 170 gli eventi nelle quattro giornate di manifestazione, 70 dei quali dal taglio scientifico, economico, tecnico e di scenario con la regia del Comitato tecnico scientifico in collaborazione con i principali partner istituzionali e tecnici della manifestazione, assieme al board internazionale che conta esperti di Commissione europea, OCSE, FAO, UfM, EEA, ISWA.

Sei le macroaree tematiche di Ecomondo: dalla valorizzazione dei rifiuti in risorse, alla rigenerazione dei suoli e degli ecosistemi agro-forestali e alimentari; dall’energia ottenuta dalle biomasse all’uso dei rifiuti come materie prime seconde.

E ancora: l’intero ciclo idrico integrato e il monitoraggio ambientale, la tutela dei mari e degli ambienti acquei nella loro funzione essenziale per il sostentamento alimentare e le attività economiche dell’uomo: questa l’articolazione espositiva con cui IEG presenterà al mercato le più innovative tecnologie per la competitività sostenibile.

Biodiversità in posa” è l'iniziativa del Network Nazionale della Biodiversità di ISPRA dedicata alla raccolta e alla condivisione di osservazioni sulla fauna, la flora e l'ambiente naturale effettuate dai cittadini. Offre la possibilità, grazie al collegamento con l’APP iNaturalist, a chiunque interessato e in qualsiasi momento, di mettere in condivisione con il Network segnalazioni attraverso immagini sulla natura realizzate sia a livello professionale che amatoriale costituendo così un canale di ingresso per i dati.

I dati raccolti vanno ad integrare la banca dati del Network e ogni osservazione contribuirà ad aiutare gli scienziati a raccogliere dati sullo stato di salute della biodiversità.

Le immagini condivise dai partecipanti potranno essere pubblicate in attività di comunicazione di NNB citando l'autore.

Per partecipare è necessario scaricare l’applicazione iNaturalist e registrarsi via smartphone o attraverso il sito www.iNaturalist.org.  Una volta nell’app – o nel sito – sarà sufficiente cercare nella sezione Progetti “Biodiversità in posa”. Da quel momento sarà possibile entrare in azione, fotografando la biodiversità con cui si entra in contatto ogni volta che si esce all’aria aperta e si entra in contatto con la natura, ad esempio al mare o in montagna. 

Per prendere parte a questa community basta registrarsi e caricare le immagini o i suoni in cui ci si imbatte durante le proprie attività all’aria aperta, inserendo la geolocalizzazione esatta del luogo in cui ci si trovava al momento dello scatto. Una volta che l’osservazione sarà validata da un esperto sarà messa a disposizione degli scienziati interessati alla specie fotografata o alla biodiversità della zona da cui proviene.

 

Tra il 60 e il 70% dell’uva da tavola italiana viene prodotta in Puglia e la maggior parte di questa nel territorio della provincia di Bari, dove il 40% dei terreni agricoli è coltivato a uva da tavola e la cittadina di Noicàttaro è nel cuore di questo territorio. 

Ed è in questo contesto statistico che il Comune ha avvertito la necessità di dare un segnale forte al mondo della produzione, ma anche agli altri Comuni che con Noicàttaro costituiscono il principale distretto dell’uva da tavola d’Italia e d’Europa e uno dei principali al mondo, cogliendo anche l’occasione, con “Regina di Puglia”, di promuovere il territorio da cui l’uva da tavola prende vita, ricco di attrattive turistiche, naturalistiche e culturali.

L’iniziativa lanciata dal Comune di Noicàttaro per la valorizzazione dell’uva da tavola pugliese e del suo territorio, è in programma dal 23 al 26 luglio prossimi, ed oltre al supporto delle istituzioni, Regina di Puglia sta riscontrando l'interesse delle principali Associazioni di Categoria (APEO, CUT, Coldiretti, Confagricoltura) e di diverse aziende del settore.

Il programma di dettaglio di "Regina di Puglia", che accenderà i riflettori non solo su Noicàttaro ma sull’intero areale di produzione vedrà quattro giorni intensi, dedicati a visitatori professionali – buyer, giornalisti, blogger – dall’Italia e dal mondo, tra visite alle aziende e al territorio, degustazioni, momenti conviviali, incontri tecnici e culturali. Attività concentrate in un periodo, quello della Festa del Carmine, che a Noicàttaro vede il succedersi di manifestazioni che arricchiranno ulteriormente l'evento.

“Qual è la situazione dell’ambiente in Italia?” e “Si sta andando nella direzione ambientalmente auspicata?”: a queste due le domande intende rispondere l’ISPRA il 15 giugno prossimo presentando la pubblicazione dal titolo: “L’Italia e l’Ambiente: stato, prospettive e scenari”.

L’ISPRA infatti dispone di una mole di informazioni, serie storiche, indicatori e metriche, frutto di anni di raccolta ed elaborazione dati, idonea a rispondere a queste due domande.

La pubblicazione offre un’opportunità per valorizzare il corpus dei principali indicatori presenti nella Banca dati Indicatori Ambientali di Ispra, fornendo inoltre una lettura integrata dello stato dell’ambiente in Italia, osservato nell’ottica delle principali strategie economico-ambientali, dell’European Green Deal e dell’VIII Programma d’Azione per l’Ambiente europeo.

Lo Stato dell’ambiente viene articolato in base alle priorità previste dall’VIII Programma d’Azione per l’Ambiente europeo, pertanto, le tematiche ambientali trattate sono: Cambiamenti climatici, Economia circolare, Verso l’inquinamento zero; Biodiversità e capitale naturale.

Il documento prevede per ogni tematica l’analisi del contesto politico-legislativo, e l’esame dello stato, prospettive e scenari con un linguaggio meno tecnico e più divulgativo, destinato, quindi, a un ampio pubblico di cittadini, tecnici, osservatori e decisori politici.

L’evento sarà un’occasione per un prezioso confronto su tematiche attuali e urgenti, quali la lotta ai cambiamenti climatici, i vantaggi offerti dall’economia circolare, l’obiettivo di diminuire l’inquinamento, la necessità di proteggere e accrescere il capitale naturale.

 

 

L’evoluzione del territorio d’Arneo a 70 anni dalle lotte contadine è stato l’evento promosso a Veglie dal GAL Terra d’Arneo in collaborazione con il Polo BiblioMuseale di Lecce.

E’ stata una straordinaria occasione per approfondire una pagina di storia che ha profondamente segnato l’identità di una parte del Salento, l’Arneo, terra di sogni e speranze dove i braccianti hanno ribadito con forza il diritto a coltivare la terra.

Fin dai tempi più remoti, gli abitanti dell’Arneo hanno manifestato un forte attaccamento alla loro terra, culminato nelle lotte contadine della metà del secolo scorso, per difendere la dignità del lavoro e rivendicare le terre incolte dei latifondisti.

Nell’ambito dell’incontro è stato inaugurata la mostra Visioni del Sud (aperta fino al 9 giugno) che attraverso le immagini del fotografo salentino Giuseppe Palumbo, restituisce il clima e le condizioni di vita dei contadini nel Salento nella prima metà del ‘900.

L’appuntamento, cui seguiranno altri eventi di approfondimento della storia d’Arneo, è stato voluto dal GAL Terra d’Arneo all’indomani dei suoi 25 anni di attività, che, nel corso della serata ha formalizzato la collaborazione con il Polo BiblioMuseale di Lecce attraverso la sottoscrizione di un protocollo d’intenti.

I venticinque anni di attività del nostro GAL, ha dichiarato Cosimo Durante, Presidente del GAL Terra d’Arneo, sono un traguardo importante che ci fa riflettere sugli obiettivi faticosamente raggiunti e su quanto ci sia ancora da fare. Oggi siamo dinanzi ad un paesaggio profondamente trasformato, ad un territorio più competitivo e sicuramente ad una migliore qualità della vita per tutti”.

 

 

Celebrato nei giorni scorsi a Firenze il 270° Anno Accademico dei Georgofili, l’Accademia fondata a Firenze nel 1753 per iniziativa di Ubaldo Montelatici, Canonico Lateranense, allo scopo di «far continue e ben regolate sperienze, ed osservazioni, per condurre a perfezione l'Arte tanto giovevole della toscana coltivazione».

Dopo il saluto delle Autorità e la relazione del Presidente, la prolusione è stata svolta da Amedeo Alpi, Vice Presidente dell’Accademia dei Georgofili e Presidente della Sezione Centro – Ovest, su: Agricoltura, scienza, innovazioni e comunicazione

Questo 270° anniversario ricorre nei giorni del trentesimo anniversario dell’attentato di via dei Georgofili del 27 maggio 1993, Il 27 maggio 1993, pochi minuti dopo l'una del mattino, a Firenze, in via dei Georgofili, si verificò una terribile esplosione, che sconvolse il centro storico della città. L'esplosione distrusse la Torre dei Pulci, sede dell'Accademia dei Georgofili.

Molti furono i volontari (studenti, professori, professionisti, cittadini) e le associazioni che prestarono la loro opera disinteressata nel recupero del materiale librario, archivistico ed artistico disperso nelle macerie.
Uno slancio e un impegno eccezionali che vennero riconosciuti come un segno di speranza in una tragedia che aveva ucciso cinque persone e colpito al cuore le Istituzioni e la cultura del nostro Paese.

La parola “progresso” può forse apparire come ormai data per acquisita, soprattutto in una società evoluta e avanzata come quella che viviamo in Occidente, ma non sempre è così.

Di fatto, ciò che ci spinge a guardare avanti, verso quel che ancora non è del tutto definito, fa sempre paura.

Si tende ad accettare il progresso già assimilato, in quanto sperimentato e vissuto, ma si teme – e spesso anche si rifiuta, assumendo a volte atteggiamenti perfino ostili – il progresso che invece è in corso d’opera, il progresso immaginato e anelato, ancora di là da venire.

E nei tre giorni di Olio Officina Festival, dal 2 al 4 marzo 2023 a Milano presso il Palazzo delle Stelline, saranno celebrati l’olivo e l’olio quale segno tangibile del continuo e inarrestabile avanzamento verso traguardi sempre superiori, tesi a un continuo perfezionamento e a una evoluzione e trasformazione graduale di tutto quel che ci sta attorno.

Tutto è progresso dunque: l’economia, il design, l’olio. Da dodici anni Olio Officina Festival, fondata e diretta dall’oleologo Luigi Caricato, si impegna per diffondere la cultura dell’extra vergine attraverso quante più visioni possibili. È proprio dall’incontro con altre realtà che nascono nuovi e bellissimi modi di raccontare il prodotto principe della Dieta mediterranea e della cucina italiana.

Da qui la necessità di ribadire – qualora ce ne fosse bisogno – che l’olio resta l’espressione massima e più compiuta del progresso compiuto dall’uomo nel fronteggiare le insidie e le complessità della natura.

Quindi il tema portante della dodicesima edizione di Olio Officina Festival è incentrato sul progresso e, di conseguenza, sull’accoglienza di ogni forma di innovazione tecnologica e sapienziale intorno all’olivo e all’olio, proprio per ribadire il valore di quanto siamo riusciti a conseguire, come esseri umani, nel corso dei millenni.

 

L’appuntamento, ormai consueto, per tecnici, operatori e appassionati, è stato venerdì 2 dicembre scorso presso il Centro Sperimentale Ortofloricolo Pò di Tramontana a Rosolina (Ro) di Veneto Agricoltura.

Quello delle Stelle di Natale è un mercato che muove interessi sempre maggiori, e crescenti sono pure le esigenze degli operatori che necessitano di indicazioni tecniche innovative e sostenibili.

E’ in questo quadro che si inserisce la giornata tecnica proposta ogni anno da Veneto Agricoltura alla vigilia del periodo natalizio, un evento che richiama tecnici e operatori non solo dal Veneto ma anche da altre regioni.

I motivi di così tanto interesse sono semplici: Po’ di Tramontana rappresenta per la sua pluriennale attività di ricerca un fondamentale punto di riferimento per il mondo ortofloricolo nazionale e la giornata Poinsettia rientra tra gli eventi in programma più attesi.

Basti pensare che nel 2022 sono state oltre 130 le cultivar di Stelle di Natale presenti nelle prove varietali del Centro, per lo più di colore rosso, il più richiesto dal mercato, ma da qualche anno la  “moda”, soprattutto giovanile, chiede anche Stelle di Natale di colore bianco, giallo, rosa e molte altre sfumature disponibili grazie ai nuovi cloni che – e questa è un’altra novità - propongo piante con bratee “a palloncino”, vale a dire con “foglie” non distese ma raccolte in una sorta appunto di palloncino.

Tutto questo è reso possibile grazie all’attività svolta presso il Centro Po di Tramontana, incentrata sull’innovazione di prodotto tramite la verifica del rinnovamento varietale.

La Poinsettia, in particolare, è una coltura per la quale la valutazione delle nuove varietà e di quelle pre commerciali riveste grande importanza. Stiamo parlando infatti di una pianta che può rispondere in modo anche molto diverso a seconda della zona di coltivazione, cosicché i risultati ottenuti nelle prove varietali nei Paesi del Nord Europa risultano poco trasferibili nei nostri ambienti.

Inoltre, le stesse esigenze di mercato sono molto differenti: per esempio la taglia media delle piante vendute ma anche la forma e il colore delle brattee cambiano molto a seconda delle zone di vendita.

Per questo risulta utile offrire ai coltivatori la possibilità di un confronto sul campo, o meglio in serra, in modo che tutti gli operatori possano prendere visione delle nuove varietà prima del passaggio alla fase commerciale. 

Anche in Puglia è notevole la produzione di Stelle di Natale in provincia di Bari (Terlizzi) e di Lecce (Taviano) anche se in questo particolare momento di crisi energetica ed economica le aziende stanno andando avanti in sofferenza.

Bisogna ricordare che il valore della produzione pugliese di fiori e piante è stimato in 300 milioni di euro, con un risvolto occupazionale di oltre 2 milioni di giornate di lavoro, un patrimonio di qualità  quindi da difendere e salvaguardare.

 

 

Solenne cerimonia con celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo Metropolita di Bari-Bitonto e Gran Priore della Luogotenenza I.M.A. nella Chiesa del Gesù a Bari dei Cavalieri e delle Dame del l’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme per rievocare la solennità della Beata Vergine Maria, Regina della Palestina.

Patrona del Patriarcato Latino di Gerusalemme e dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, così come disposto con decreto da Giovanni Paolo II del 21 gennaio 1994, la Beata Vergine Maria Regina di Palestina è la viene contemporaneamente celebrata in tutte le Luogotenenze, Sezioni e Delegazioni del mondo il 25 ottobre di ogni anno. 

La Patrona dei Cavalieri del Santo Sepolcro si trova nel Santuario posto nella città di Dier Rafat, a circa 30 Km a ovest di Gerusalemme.

La ricorrenza fu celebrata, per la prima volta, il 15 Agosto 1928 e ripetuta da allora ogni anno fino al 1971 quando, in concomitanza con l’introduzione della riforma liturgica decisa dal Concilio Vaticano II, venne spostata al 25 di Ottobre.

I legami fra il santuario di Rafat e l’Ordine del Cavalieri del Santo Sepolcro, sono così stretti fin dall’inizio, che per volere del Patriarca Luigi Barlassina, sono stati riconosciuti ed istituzionalizzati da Papa 

S. Giovanni Paolo II, che con Decreto (Est quidem notum) del 21 Gennaio 1994, ha proclamato la Beata Vergine Maria, Nostra Signora Regina della Palestina, Patrona dell’Ordine del Cavalieri del Santo Sepolcro. Evento che da allora Cavalieri e Dame celebrano ogni anno, con speciali funzioni religiose, in tutte le Luogotenenze del mondo. Quello celebrato nella città di Bari è stata coordinata dalla Delegazione di Bari Bitonto con la Dama Prof. Cinzia Carnevale Pellegrino.

Al termine della celebrazione e dopo la Preghiera a Nostra Signora Regina della Palestina, il Luogotenente per l’Italia Meridionale Adriatica Cav. di Gran Croce Prof. Notaio Ferdinando Parente, dopo aver richiamato i valori dell’Ordine e l’impegno verso la Terra Santa, ha porto il suo saluto e i ringraziamenti a Mons Giuseppe Satriano ed a tutti i numerosi Cavalieri e Dame convenuti da tutta la regione.

Solenne cerimonia con celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo Metropolita di Bari-Bitonto e Gran Priore della Luogotenenza I.M.A. nella Chiesa del Gesù a Bari dei Cavalieri e delle Dame del l’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme per rievocare la solennità della Beata Vergine Maria, Regina della Palestina.

Patrona del Patriarcato Latino di Gerusalemme e dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, così come disposto con decreto da Giovanni Paolo II del 21 gennaio 1994, la Beata Vergine Maria Regina di Palestina è la viene contemporaneamente celebrata in tutte le Luogotenenze, Sezioni e Delegazioni del mondo il 25 ottobre di ogni anno. 

La Patrona dei Cavalieri del Santo Sepolcro si trova nel Santuario posto nella città di Dier Rafat, a circa 30 Km a ovest di Gerusalemme.

La ricorrenza fu celebrata, per la prima volta, il 15 Agosto 1928 e ripetuta da allora ogni anno fino al 1971 quando, in concomitanza con l’introduzione della riforma liturgica decisa dal Concilio Vaticano II, venne spostata al 25 di Ottobre.

I legami fra il santuario di Rafat e l’Ordine del Cavalieri del Santo Sepolcro, sono così stretti fin dall’inizio, che per volere del Patriarca Luigi Barlassina, sono stati riconosciuti ed istituzionalizzati da Papa

S. Giovanni Paolo II, che con Decreto (Est quidem notum) del 21 Gennaio 1994, ha proclamato la Beata Vergine Maria, Nostra Signora Regina della Palestina, Patrona dell’Ordine del Cavalieri del Santo Sepolcro. Evento che da allora Cavalieri e Dame celebrano ogni anno, con speciali funzioni religiose, in tutte le Luogotenenze del mondo. Quello celebrato nella città di Bari è stata coordinata dalla Delegazione di Bari Bitonto con la Dama Prof. Cinzia Carnevale Pellegrino.

Al termine della celebrazione e dopo la Preghiera a Nostra Signora Regina della Palestina, il Luogotenente per l’Italia Meridionale Adriatica Cav. di Gran Croce Prof. Notaio Ferdinando Parente, dopo aver richiamato i valori dell’Ordine e l’impegno verso la Terra Santa, ha porto il suo saluto e i ringraziamenti a Mons Giuseppe Satriano ed a tutti i numerosi Cavalieri e Dame convenuti da tutta la regione.

Alle 18,25 del 30 settembre 2022, dalla nuova pista dell’aeroporto “Gino Lisa” di Foggia è decollato il primo volo di linea per Milano della compagnia Lumiwings.

“Il volo Foggia-Milano sembrava un sogno solo pochi anni fa, adesso è realtà”, ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano -  Una realtà che collega una delle più importanti città della Puglia e d’Italia con la capitale economica del paese. La Regione Puglia lo aveva detto e lo ha fatto”.

Tra i primi passeggeri a bordo anche il vicepresidente della Regione Puglia Raffaele Piemontese: “Prendo il primo volo Foggia-Milano con dentro lo zaino la speranza che le ambizioni di un territorio più vasto della provincia di Foggia si manifestino con tanta determinazione da diradare tutte le minacce e i punti di debolezza.
Questo è il primo giorno di un percorso che, come tutti i percorsi di impresa, comincia in un quadro di opportunità e minacce, punti di forza e di debolezza. La Regione Puglia ha fatto tutto quello che poteva fare e anche più per accrescere i punti di forza e valorizzare le opportunità di un aeroporto a servizio di territori e comunità che ambiscono a moltiplicare le proprie connessioni.
Di sicuro noi continueremo a fare la nostra parte”.

Per l’assessora regionale al Welfare Rosa Barone “quella di oggi è una giornata che la Capitanata non dimenticherà: ci sono voluti 11 anni per tornare a far “vivere” il cielo sopra Foggia. Una giornata importante per l’intera Puglia: da oggi tutta la nostra regione è più ricca. Ricca di opportunità, di possibili connessioni lavorative, di possibilità di viaggi e di scoperte. È una vittoria, in primis, di tutti i cittadini di questa splendida terra e poi della bella politica che si è spesa per questo risultato.

Ora tocca a noi. Torniamo a viaggiare e a guardare al futuro con maggiore ottimismo. Il futuro è qui”.

 

Una serata all’insegna della promozione della strategia per il mare attuata dal GAL Terra d’Arneo quella che si svolgera? venerdi? 24 giugno p.v. nel centro storico di Nardo?. Con un doppio appuntamento infatti il GAL presentera? il progetto svolto dal Comune di Nardo? nell’ambito dell’Intervento 1.5 “Sostenibilita? dalla terra al mare” del Piano di Azione Locale consistente nell’allestimento di un “laboratorio dei saperi e dei sapori” presso la Vetrina del Gusto di piazza Salandra, luogo conosciuto e apprezzato, di promozione, degustazione e vendita di

prodotti enogastronomici del territorio che, da oggi avra? un corner dedicato al prodotto ittico locale. L’obiettivo e? rafforzare la Vetrina del Gusto connettendola fisicamente con i locali attigui, trasformati in laboratorio gastronomico per lo show cooking. Il tema di fondo e? la valorizzazione del pescato locale e la nuova dimensione della Vetrina serve, tra le altre cose, a promuovere e commercializzare i prodotti ittici locali, favorendo la vendita diretta e la piena tracciabilita? del prodotto fresco, ovviamente accanto agli altri prodotti tipici del territorio. Ma e? anche l’occasione per strutturare stabilmente un’attivita? dedicata ai “saperi”, quindi animazione culturale, incontri, workshop, show cooking, lezioni di cucina e altri momenti di confronto e di formazione sul tema dei prodotti tipici e della gastronomia.

Il progetto di ampliamento e trasformazione e? stato firmato dagli architetti Giovanni De Cupertinis e Katja Huovinen ed e? stato finanziato con circa 70 mila euro del Po Feamp 2014-2020, tramite un bando del GAL Terra d’Arneo. L’inaugurazione e? in programma domani, venerdi? 24 giugno, alle ore 19. Interverranno il sindaco PippiMellone e il presidente del GAL Terra d’Arneo Cosimo Durante.

Questo finanziamento e? relativo a uno dei tre progetti destinatari in totale di 250 mila euro del Gal Terra d’Arneo, rispettivamente su fronti cruciali per l’economia locale: pesca, valorizzazione dei prodotti locali, turismo. Oltre alla Vetrina del Gusto, infatti, sono stati finanziati e realizzati i progetti relativi al punto di sbarco a Santa Caterina e all’infopoint nella baia del parco di Portoselvaggio (che saranno inaugurati nelle prossime settimane).

Si è tenuta la fase conclusiva del progetto di educazione alla sicurezza stradale, “La strada non è una giungla”, riservato alle scuole secondarie di primo e secondo grado pugliesi, organizzato dall’Agenzia regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio e dalla Regione Puglia in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale della Puglia.

Alla presenza dell’assessora regionale ai Trasporti e alla Mobilità sostenibile, del direttore generale di Asset, Elio Sannicandro, e della dirigente dell’Ufficio I dell’USR – Puglia, Esterina Oliva, sono stati premiati gli studenti vincitori del Campionato on line sulla sicurezza stradale, edizione 2021/2022. 

Il concorso, coordinato da Pierpaolo Bonerba, responsabile del Centro regionale di monitoraggio della sicurezza stradale di Asset, è stato realizzato su una piattaforma web (http://lastradanoneunagiungla.regione.puglia.it) ed è costituito da una sezione ludica, con un gioco quiz-multimediale a multi risposta, e da una sezione teorica con strumenti didattici (schede di approfondimento, giochi di ruolo e video) utili ai docenti per il coinvolgimento dei ragazzi.

Il progetto, di recente, ha ottenuto la certificazione di “buona pratica” dall’IGA del Ministero dell’Interno ed è inserito nel catalogo del “Piano strategico per la promozione della salute nelle scuole” realizzato da Regione Puglia. “La strada non è una giungla”, dunque, non è solo uno slogan ma, seguendo le indicazioni europee e internazionali, mira a sensibilizzare i giovani cittadini nel dovere di concorrere attivamente al miglioramento della sicurezza stradale richiamandoli ai principi della prudenza, dell’attenzione e del rispetto reciproco come valori da promuovere per abbassare i livelli di rischio.

Hanno aderito 27 Istituti secondari di primo grado e 21 di secondo grado, con il coinvolgimento di 75 docenti e circa 4mila studenti di tutta la regione: 12 della Città metropolitana di Bari, 5 della provincia di Barletta, Andria e Trani, 7 della provincia di Brindisi, 8 della provincia di Foggia, 10 della provincia di Lecce e 6 della provincia di Taranto.

E’ stata una gara di velocità con tecnica digitale, che ha visto i ragazzi rispondere sia su argomenti normativi, come quelli della patente a punti e dell’omicidio stradale, sia su tematiche di carattere civico, tra cui il rispetto dell’ambiente e degli spazi urbani con approfondimenti sulle emissioni di scarico, sulla ZTL e sui centri storici, sui parcheggi rosa e per i disabili, sul corretto utilizzo delle piste ciclabili e del trasporto pubblico.

“La certificazione ottenuta da parte del Ministero dell’Interno come “Buona pratica” evidenzia l’importanza del progetto "La strada non è una giungla”, che punta a formare dei cittadini responsabili e in grado di adottare condotte rispettose della vita propria e altrui – ha dichiarato l’assessore regionale ai Trasporti -. Gli studenti possono integrare le proprie competenze civiche anche con elementi legati alla sicurezza stradale, così da diventare automobilisti, ciclisti, “piloti” in generale, ma anche pedoni, attenti e consapevoli di regole e buoni comportamenti in grado di ridurre il livello di rischio”.

“Negli ultimi 10 anni l’Unione Europea ha contato circa 12mila bambini e ragazzi di età inferiore ai 17 anni morti in incidente stradale - ha dichiarato il direttore generale di Asset, Elio Sannicandro – e questi numeri rappresentano un prezzo umano e sociale inaccettabile che in qualche modo deve essere fermato. Proseguiremo il percorso di sensibilizzazione e prevenzione per le nuove generazioni con l’obiettivo di avere, nel prossimo futuro, dei cittadini responsabili, consapevoli e promotori per il rispetto delle regole e per il benessere delle persone. Nonostante la pandemia abbia influito sulle attività del progetto - prosegue il direttore dell’Asset - siamo molto contenti dell'impegno profuso dai docenti e all’interesse mostrato dai ragazzi sull’argomento”.

“Questo progetto si inserisce in un concetto di educazione civica più ampio, poiché fornisce quelle competenze trasversali oggi tra gli obiettivi prioritari della scuola – ha detto Esterina Oliva,  dirigente dell’Ufficio I dell’USR Puglia –. Con un approccio ludico, che ha riscosso molto successo tra i ragazzi, essi vengono educati alla sostenibilità, al rispetto delle regole sulla sicurezza stradale e alla consapevolezza, affinché anche il semplice gesto di camminare a piedi per strada non arrechi danno a sé stessi e agli altri.”

Il concorso ha visto la formazione di sette gironi da 6 scuole di tutte le province e 650 partecipanti a girone.

Piccante quanto basta, ma ancora da scoprire: tra gusto, salute e territorio il peperoncino italiano si presenta in un evento organizzato dal CREA, in collaborazione con la Rete Rurale Nazionale, oggi mercoledì 25 maggio, dalle 11, a Roma, presso la Biblioteca Storica della sede centrale in via della Navicella. 

Ricercatori di diverse discipline (agronomia, botanica, nutrizione, pedologia) e produttori, alla presenza del Sottosegretario Mipaaf Francesco Battistoni si sono confrontati sulle prospettive di un prodotto che potrebbe ancora crescere molto e che è uno dei simboli gastronomici del nostro Paese.

E’ alta, infatti, la domanda di peperoncino dei consumatori italiani, ma la produzione nazionale è scarsa e copre solo il 30% del fabbisogno. Il resto proviene da mercati extra-Ue (2mila tonnellate annue da Cina, Egitto, Turchia), viene importato a prezzi stracciati (1/5 in meno)  e si caratterizza per i bassi standard qualitativi, che penalizzano la filiera Made in Italy. In Italia, infatti, da 10 kg di peperoncino fresco si ottiene 1 kg di prodotto essiccato, macinato in polvere pura al 100% e commerciabile a 15 euro, mentre il medesimo prodotto proveniente dalla Cina ha un costo di soli 3 euro, ed è il risultato di tecniche di raccolta e trasformazione molto grossolane, con le quali la piantina viene interamente triturata –compresi picciolo, foglie, radici-, con scarse garanzie di qualità e requisiti fitosanitari ben diversi da quelli rispettati nel nostro Paese. La polvere stessa è per sua natura facilmente sofisticabile e anche quando il peperoncino viene importato fresco o semi-lavorato da Turchia o Egitto, la sua qualità viene compromessa dall’utilizzo di molti conservanti.

La ricerca è impegnata per il rilancio di una filiera nazionale, basti pensare a quanto fatto in passato con il progetto PEPIC (coordinato dal CREA Orticoltura e Florovivaismo: caratterizzazione e valorizzazione del germoplasma, individuazione di marcatori per la connotazione territoriale, meccanizzazione, epidemiologia e difesa della coltura. In particolare, si è studiata la risposta fisiologica di varietà locali ed asiatiche di peperoncino piccante alla coltivazione in diversi ambienti pedoclimatici, per individuare marcatori morfologici e metabolici peculiari, utili a valorizzare la biodiversità locale. Occorre, dunque, una maggiore tutela del prodotto che, grazie al microclima e alle caratteristiche orografiche del terreno, trova nel nostro Paese l’ambiente ideale per la sua coltivazione. La creazione di denominazioni di origine territoriale darebbe al consumatore garanzia di qualità, tracciabilità, salubrità e un valore aggiunto adeguato alla parte produttiva, incentivata ad aumentarne la coltivazione estensiva, presente oggi soprattutto in Calabria (100 ettari, con il 25% della produzione), Lazio, Basilicata, Campania e Abruzzo. Si verrebbe, così, incontro alla domanda sempre crescente dell’industria alimentare e alle esigenze dell’export ( nei Paesi Bassi va il 50% della produzione calabrese).

Sono ormai note le potenzialità nutraceutiche di questa spezia, se utilizzata adeguatamente nell’ambito della nostra dieta mediterranea. Proprio la capsaicina – la molecola che conferisce il sapore piccante al peperoncino -  insieme alla presenza di altri composti bioattivi, i capsinoidi  e composti polifenolici,  aiuta la riduzione del rischio cardiovascolare e può contribuire a favorire la perdita di peso, ovviamente in associazione ad una dieta ben equilibrata.  

Il sistema produttivo italiano, oltre a certificazioni di qualità, avrebbe, bisogno anche di un ammodernamento delle tecniche di lavorazione per abbattere i costi produttivi, a partire dal miglioramento varietale delle cultivar, per ottenere frutti concentrati sulla parte superiore ed esterna della pianta, più facilmente distaccabili nelle operazioni di raccolta con macchine agevolatrici. 

Una quattro giorni sorprendente per il settore vitivinicolo pugliese in occasione della 54esima edizione del Salone internazionale dei vini e dei distillati di Verona. Cala oggi il sipario su uno dei più rinomati appuntamenti dedicati al vino, il Vinitaly, particolarmente atteso dalle imprese vinicole, dai buyers, specie stranieri, dalla stampa specializzata e dai migliaia di cultori e amanti del buon vino.

 

Al Padiglione 11 della fiera veronese, la Puglia, con le sue 110 imprese vitivinicole, ha accolto ogni giorno migliaia di visitatori tra gli stand, negli spazi dedicati all’enoteca di Puglia e ai cooking show - allestiti per l’occasione con il supporto della Regione Puglia -, come anche nella sala incontri che ha ospitato conferenze e approfondimenti tematici tenuti, tra gli altri, da associazioni regionali di promozione, consorzi di tutela del vino e associazioni di categoria agricole.

 

“Un bilancio più che positivo – commenta l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, a margine della quarta ed ultima giornata del Vinitaly - nonostante due anni difficilissimi per tutto il comparto produttivo regionale. Abbiamo un’offerta enologica qualitativa e quantitativa come poche regioni in Italia. Secondo il ‘Rapporto ISMEA-Qualivita 2021’ siamo tra i primi per impatto economico, con 594 milioni di euro di valore alla produzione 2020 e un aumento percentuale del +27,6% rispetto al 2019. I numeri ci confermano risultati straordinari per export e per l’aumento degli addetti della filiera: sono dati in crescita rispetto al 2020. L’emergenza pandemica non ha affatto congelato, per il settore vinicolo, il canale Ho.re.ca considerati gli oltre 208 milioni di euro di export totale nel 2021, ovvero 2,6 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente. Tra le migliori performance registrate quelle verso gli Stati Uniti, con un +3.586.385 rispetto al 2020, ma anche verso la Corea del Sud (+1.803.395) e Cina (+1.634.231).

 

“Sono soddisfatto per le attestazioni ricevute, per la visibilità che le nostre imprese hanno ottenuto e che meritano. I numerosi buyers stranieri, da circa 139 Paesi, che hanno degustato e preso accordi con le nostre imprese sono un ulteriore elemento che ci fa ben sperare, nonostante, com’è noto, sia mancata una rappresentanza rilevante di operatori economici, da sempre particolarmente ricettivi alla nostra offerta enoica di qualità, a causa del conflitto bellico purtroppo ancora in atto”.

 

“Al Padiglione 11, con lo slogan Puglia Wine World, la Regione Puglia - prosegue Pentassuglia - ha supportato numerose attività di valorizzazione delle eccellenze vinicole ed enogastronomiche, suggellando lo stretto legame tra vino, cibo e turismo, attraverso l’allestimento di una grande vetrina di sapori, odori, colori che hanno catturato migliaia di bocche e palati in questi giorni”.

 

Sono state centinaia le bottiglie stappate delle oltre 10 mila etichette pugliesi presenti, nello spazio Enoteca di Puglia,  grazie alle attività degustative e formative tenute dalle associazioni regionali dei sommelier, come AIS Puglia e Fondazione Italiana sommelier. Quest’ultima, in particolare, negli 8 incontri organizzati nell’Enoteca regionale del padiglione pugliese, ha passato in rassegna tutti i territori di produzione vitivinicola, facendo degustare oltre 400 etichette pugliesi, con circa 1600 bottiglie stappate. Sono stati oltre 3000 i partecipanti (tra enoteca regionale e Sala degustazione del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali), 40 buyers internazionali e 20 giornalisti del vino mondiali alla scoperta del vino, dei numerosi vitigni di cui è ricca la Puglia, delle storie delle cantine e dell’impegno dei produttori.

 

Anche l’Associazione Italiana Sommelier ha contribuito a dare spazio e valore ai vini di Puglia offrendo al pubblico, anche straniero e in lingua inglese, numerosi wine tasting e wine talk, con focus tematici su alcune delle varietà maggiormente attenzionate, specie dai marcati esteri, ovvero Negroamaro, Primitivo di Manduria, Nero di Troia. Nel corso della manifestazione è stato presentato, altresì, il libro dell’esperto enologo Giuseppe Baldassarre, dedicato alla “Bollicine di mare”.

 

“Il vino di Puglia è cultura e storia della nostra terra - conclude l’assessore Pentassuglia – ma è anche turismo ed enogastronomia. Per questo motivo, oltre ai momenti degustativi, abbiamo voluto offrire, nel corso della kermesse veronese e grazie all’associazione Puglia Expò, assaggi culinari di prodotti tipici della tradizione pugliese, rivisitati dalle mani esperte dello chef Massimo Andrea di Maggio”. Sono stati difatti organizzati ben 16 cooking show, quattro per ogni giornata, che hanno coinvolto quotidianamente grandi e piccoli, negli assaggi di prodotti ortofrutticoli, caseari, da forno, con materie certificate e a marchio di qualità Puglia: una passerella di piatti conditi con olii EVO certificati e abbinati a vini made in Puglia. I cooking show hanno coinvolto un centinaio di imprese enogastronomiche pugliesi e agriturismi.

Dall’Europa agli Stati Uniti, da Singapore al Giappone, dall’Eurasia fino agli emergenti mercati africani. Accelera il piano strategico di Veronafiere per l’edizione numero 54 di Vinitaly che, con più di 4mila aziende espositrici, ritorna dal 10 al 13 aprile prossimo traguardando il tutto esaurito. Nella campagna già avviata, sono 60 i Paesi coinvolti dal programma di promozione, comunicazione e incoming targato dalla Spa fieristica e da Ice Agenzia che condividono, oltre a un investimento complessivo da 3 milioni euro, anche la selezione di una business list di 500 top buyer da tutto il mondo, a cui si aggiungeranno migliaia di operatori nazionali e internazionali «Stiamo riscontrando un alto tasso di fiducia e di aspettativa sia da parte degli operatori internazionali che dalle aziende espositrici. Ad ora – commenta il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – abbiamo già l’adesione di delegazioni che coprono le aree di Canada, Usa con particolare riguardo a Midwest, West Coast e Texas, oltre che Singapore, Malaysia e, per l’Europa, di Regno Unito, paesi Scandinavi, Danimarca, Paesi Bassi, Germania, Svizzera e da alcuni dei paesi più interessanti dell’Est Europa, ad iniziare dalla Polonia. Inoltre, stiamo lavorando con il ministero degli Affari esteri per creare un corridoio specifico col Giappone che favorisca la presenza degli operatori del Sol Levante. Stiamo ricevendo riscontri molto positivi dalla regione eurasiatica e da quelle piazze potenzialmente interessate al vino tricolore che erano in stand by a causa delle limitazioni. Inoltre, in questi giorni abbiamo chiuso un accordo di collaborazione strategica con alcune aziende espositrici per l’attuazione di un ulteriore piano straordinario di incoming dal valore di 1 milione di euro». Tra le azioni di Veronafiere anche i roadshow di Vinitaly con 3 tappe estere organizzate da Veronafiere in sinergia sempre con Ice e il ministero degli Affari esteri, che hanno inserito il brand fieristico di promozione del vino nella campagna “Italy is simply extraordinary: Be IT”, attiva da novembre scorso su 26 mercati target per il made in Italy. Sarà Shenzhen, il 26 febbraio, ad aprire il calendario di Vinitaly roadshow, a seguire Mosca, il 3 marzo, con una conferenza stampa e un walk around tasting previsti a conclusione dei corsi Via – Vinitaly international academy. A seguire, l’8 marzo, sarà la volta di New York, quindi Londra il 14 marzo, Monaco di Baviera (17marzo), mentre Chengdu chiuderà il tour promozionale (20-23 marzo) in vista del 54° Vinitaly, che si svolgerà in contemporanea a Enolitech, Salone internazionale delle tecnologie per la produzione di vino olio e birra e a Sol&Agrifood, la rassegna dedicata all’agroalimentare di qualità. Secondo le disposizioni vigenti, l’accesso alle manifestazioni fieristiche è consentito solo con super green pass o, per espositori e visitatori esteri con status vaccinale diverso da quello riconosciuto dall’Italia, con green pass ottenuto tramite tampone. Nel quartiere fieristico di Veronafiere sono attivi strumenti e misure di controllo e di sicurezza previsti dal protocollo ‘Safebusiness’ (info sul sito www.veronafiere.it). Servizio Stampa Veronafiere Tel.: + 39.045.829.83.50 - 82.42 - 82.10 - 82.23 E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Twitter: @pressVRfiere - Facebook: @veronafiere - www.veronafiere.it

Come anche da noi anticipato, si è tenuto nella serata di domenica 24 ottobre 2021 l’incontro UCSI “Da Taranto al futuro: ambiente, lavoro, comunicazione per il pianeta che speriamo”, a conclusione della 49^ Settimana Sociale dei Cattolici Italiani a Taranto. L’evento trasmesso sulla piattaforma Zoom, oggi è anche disponibile sul canale UcsiTV di YouTube e sulla pagina del sito UCSI.

Riportiamo l’articolo di Roberta Carlucci dell’UCSI con la sintesi degli interventi.

“L’incontro è stato introdotto dal conduttore della serata Luca Antonio Ciciriello, giornalista e socio UCSI Puglia. Poi, sono iniziati gli interventi, dopo un saluto della presidente UCSI Puglia Michela Di Trani e una breve rassegna stampa curata dal consigliere nazionale Andrea Cuminatto di UCSI Toscana.

Leonardo Becchetti, economista e membro del Comitato Scientifico per le Settimane Sociali, intervistato da Francesco Giuseppe Laureti di UCSI Friuli Venezia Giulia, ha spaziato su vari temi, dalle imprese sostenibili alla transizione ecologica, fino al concetto di generatività e all’impegno determinato e necessario dei giovani. Inoltre, Becchetti ha sottolineato quanto la comunicazione delle buone pratiche fatichi a emergere e dunque quanto sia necessario aiutarla a trovare spazio, rovesciando l’andamento attuale.

Padre Francesco Occhetta, gesuita e membro del Comitato Scientifico per le Settimane Sociali, e Vincenzo Varagona, Presidente UCSI, sono stati intervistati da Giuseppe Milano dell’UCSI Puglia. Soprattutto in questa parte della serata sono emersi parecchi spunti di riflessione utili per la categoria dei giornalisti e dei comunicatori. Padre Occhetta ha riferito del noi vissuto a Taranto e della necessità di incanalare quell’energia, darle un metodo e trasformarla in cultura. Ma, per raccontare il pianeta che speriamo, ha ricordato con quanta attenzione occorre usare la parola, in quanto può distruggere o creare. L’importante è usarla con coraggio, provando anche a penetrare con un linguaggio laico lì dove il mondo cattolico solitamente non arriva, comunicando in modo inclusivo e per il bene di tutti.

Subito dopo, il presidente UCSI Vincenzo Varagona ha lanciato qualche idea per l’immediato futuro, come la raccolta sui territori delle voci dei delegati tornati da Taranto da parte di UCSI attraverso eventi on line e, per il futuro, la possibilità di esplorare nuove alleanze, nuovi linguaggi e nuovi modelli editoriali, sui quali l’associazione intende riflettere soprattutto insieme ai giovani.

A seguire, Alessandra Luna Navarro, giovane ricercatrice e assistant professor presso la Technische Universiteit di Delft (Paesi Bassi), partecipante e relatrice alle Settimane Sociali, ha esposto i contenuti del Manifesto dell’Alleanza presentato a Taranto, che evidenzia un’attenzione all’ambiente, alle comunità e ai territori tramite processi di alleanza generativa e transgenerazionale. Ha raccontato di un progetto messo in atto nel quartiere di Acquabella a Milano sullo stile di quel manifesto e ha ricordato come si può contribuire a questo e ad altri progetti, scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. . Alessandra ha ricordato la presentazione on line del manifesto prevista per il 26 novembre prossimo e ha inoltre invitato l’UCSI a contribuire alla comunicazione dei progetti che stanno nascendo, perché questo darebbe loro un grandissimo aiuto e una grandissima forza.

La chiusura è stata affidata alle parole di Mons. Filippo Santoro, intervistato da Fabio Massimo Mattoni dell’UCSI Umbria. L’arcivescovo di Taranto ha manifestato la sua gratitudine per quanto appena vissuto alle Settimane, ma ha dichiarato anche l’importanza di portare avanti le proposte fatte e i processi innescati, con particolare attenzione al manifesto lanciato dai giovani. Sollecitato dal conduttore, ha poi riferito che dai giornalisti UCSI si aspetta che sfondino il muro di omertà degli altri giornali laici, rimasti spesso indifferenti di fronte a quanto successo a Taranto. Si aspetta che parlino di problemi reali e di temi non solo cattolici ma anche laici, benché con un cuore diverso e un’ottica più comprensiva e più ampia. Ha, infine, ricordato che è proprio compito del giornalismo dare voce alle cose buone che accadono nelle nostre comunità e nella nostra vita.”

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