Enoturismo: approvati gli emendamenti della legge regionale n. 29/2021 Pentassuglia: “Semplificazione, snellimento delle procedure e più figure professionali previste per le imprese pugliesi che esercitano attività enoturistica

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Dopo l’incredibile vicenda europea del “bollino nero” per il vino, riparte la stagione anche se fatta di crisi, costi ener

Risulta positiva l’iniziativa del via libera agli emendamenti della legge regionale approvati nella seduta del Consi glio della Puglia nel corso della quale sono state votate e approvate le modifiche alla legge che disciplina l’enoturismo (L.R. 6 agosto 2021, n. 29).

Abbiamo portato a compimento – ha dichiarato l’Assessore all’Agricoltura Pentassuglia - un percorso normativo importante per il settore dell’enoturismo che, nel pieno rispetto delle peculiarità vitivinicole regionali, dei produttori e delle tipicità territoriali, è destinato a favorire a tutto tondo il turismo enogastronomico della nostra regione. 

A queste modifiche si è arrivati dopo la discussione in Commissione Agricoltura a cui ha fatto seguito l’approvazione dell’Aula lo scorso 27 luglio. Inoltre le modifiche apportate sono state il frutto anche di alcune osservazioni fatte pervenire dal Governo.

Con un emendamento presentato dallo stesso Pentassuglia insieme al presidente della IV commissione consiliare Paolicelli, vengono confermati tra i soggetti che possono esercitare l’attività enoturistica, i consorzi di tutela dei vini a denominazione geografica e indicazione geografica. Inoltre vengono ampliate le figure professionali tra quelle previste nell’impresa che esercita l’attività enoturistica, ovvero la figura dell’enologo, dell’esperto di marketing del vino e il wine manager.

Inoltre, viene riconosciuta la possibilità di accedere a tale attività anche a quelle cantine che svolgono attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti vitivinicoli acquisendo la materia prima e il  vino da terzi.

In materia di semplificazione la norma di modifica prevede novità rispetto alle modalità di riconoscimento degli operatori delle attività enoturistiche. Infatti è demandata ai Comuni, attraverso la semplice SCIA, la verifica dei requisiti e dei presupposti previsti dalla legge e, contestualmente, solo per gli imprenditori agricoli, il controllo della connessione dell’attività enoturistica con quella agricola, al fine di prevedere per essi le agevolazioni di legge per tale attività.

Osservazioni si registrano da parte di alcuni addetti ai lavori tra i quali il sen. Dario Stefano che peraltro è stato tra i promotori della legge nazionale sull’Eniturismo.

E’ un consenso parziale agli emendamenti approvati - dice Stefano - perchè mentre alcuni aspetti sono migliorati, tornando omogenei alle linee nazionali, altri confermano “appesantimenti e bizantinismi amministrativi che saranno purtroppo una zavorra e non un volano ad uno straordinario strumento di differenziazione economica per i produttori del vino”.

Inoltre, secondo Stefano, non viene compreso né condiviso lo scarico di incombenze riguardo ai controlli sui Comuni così come l'inserimento tra gli operatori enoturistici di chi “non coltiva neanche un acino d'uva”.

Pentassuglia da parte sua conferma la soddisfazione del risultato raggiunto perché tiene insieme le istanze di tutti gli operatori della filiera, rafforza e valorizza lo stretto legame tra vino e turismo, dando nuova linfa e sviluppo di crescita per le nostre imprese, i territori e un’offerta valida e di qualità ai turisti italiani e stranieri.