INFRASTRUTTURE: IL GOVERNO APPROVA IL DECRETO LEGGE

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Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge Infrastrutture. Il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna spiega così il complesso di norme varato oggi dal Governo: “Il capitolo Sud del Dl Infrastrutture è una svolta nel superamento delle diseguaglianze tra Nord e Sud e nel riscatto delle regioni meridionali: con le misure approvate oggi cominciamo a demolire il Muro invisibile che divide il Mezzogiorno dal resto del Paese in materia di infrastrutture, edilizia scolastica, progettazione territorial

Carfagna spiega che sono quattro i punti di interesse per il Sud: "La nuova norma sulla perequazione, concordata in sede di Conferenza Stato Regioni, consentirà finalmente di sbloccare il Fondo perequativo infrastrutturale con una dotazione di 4,6 miliardi di euro per gli anni 2022-33, al fine di assicurare il recupero del divario tra le diverse aree geografiche del territorio nazionale. L'inserimento del Ministro per il Sud e la Coesione territoriale nella cabina di regia per l'edilizia scolastica - aggiunge Carfagna - garantirà un riparto di risorse più equo sul piano territoriale per la costruzione di scuole dell'infanzia e asili nido. Le nuove disposizioni sulla progettazione territoriale, con la dotazione di 120 milioni di euro, consentiranno a 4.600 Comuni italiani (tutti quelli sotto i 30mila abitanti nel Sud e nelle aree interne) di dotarsi di un 'parco progetti' adeguato alle tante opportunità che ai Comuni stessi vengono offerte in questi anni, con il PNRR, con il FSC, con i fondi strutturali. Inoltre la misura agevolativa 'Resto al Sud' è estesa ai territori insulari dei comuni localizzati nelle isole minori (Campo nell'Elba, Capoliveri, Capraia, Giglio, Marciana, Marciana Marina, Ponza, Porto Azzurro, Portoferraio, Portovenere, Rio e Ventotene)". 
"Troppo spesso in passato - aggiunge Carfagna- abbiamo visto destinare al Sud dotazioni solo 'di facciata', che in realtà venivano assorbite altrove: ringrazio il premier Mario Draghi e tutti i colleghi per la sensibilità con cui hanno preso atto di questo problema e per la determinazione con cui hanno deciso di affrontarlo senza ulteriori rinvii".

Intanto da un'analisi di Confcommercio su economia e occupazione al Sud emerge la fuga dei giovani tra il 1995 e il 2020. Dal 1995 ad oggi l'Italia nel complesso "perde 1,4 milioni di giovani" una "perdita dovuta ai giovani meridionali". Nel Mezzogiorno si registra "un crollo": rispetto al 1995, mancano nel Sud "oltre 1,6 milioni di giovani". il peso percentuale della ricchezza prodotta dal Mezzogiorno sul totale Italia "si è ridotto", passando da poco più del 24% al 22%, mentre il Pil pro capite è rimasto "intorno alla metà" di quello del Nord. (regioni.it 4132)