Chiude lo stabilimento Saicaf di Bari, a rischio i posti di lavoro della produzione

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Entro la fine di settembre lo stabilimento Saicaf di Bari cesserà la produzione: per i lavoratori attualmente occupati nel reparto produzione, ad oggi, non c’è nessuna certezza lavorativa.

Questa la doccia fredda che gli operai della nota torrefazione barese hanno ricevuto nella riunione del 6 agosto 2019, attraverso una comunicazione ufficiale della proprietà. Una notizia che arrivava dopo mesi di tentennamenti del management sul futuro dell’azienda. Nell’incontro di agosto tra le rappresentanze sindacali e la direzione aziendale la proprietà aveva resa nota per la prima volta, nonostante i reiterati solleciti di Flai e Uila, la dismissione dello stabilimento di Bari tra il mese di agosto e quello di settembre, con relativa cessione del terreno.

La storica torrefazione, fondata nel 1932, ad oggi conta in organico più di 40 unità. Tutti gli addetti alla produzione sono, quindi, interessati dalla cessazione delle attività nello stabilimento barese.

Dal mese di agosto ha, infatti, avuto luogo il trasferimento degli uffici e del relativo personale impiegatizio presso i nuovi uffici ubicati nel centro città, trasferimento di cui le organizzazioni sindacali non hanno ricevuto comunicazione alcuna.

Alla luce di tutto ciò le organizzazioni sindacali – scrivono Anna Lepore e Pietro Buongiorno, Segretari Generali di Flai e Uila - hanno inoltrato richiesta di incontro urgente alla direzione aziendale Saicaf, nella quale si specificava la necessità di essere ricevuti entro il giorno 6 settembre al fine di ricevere comunicazioni relative agli intendimenti aziendali in merito alla tutela e alla salvaguardia dei posti di lavoro messi in discussione. A tale richiesta l’azienda ha risposto il 4 settembre  convocando tale incontro per il giorno 30 del corrente mese. A seguito di ciò Flai e Uila, ritenendo tardiva la suddetta convocazione e quindi del tutto ininfluente rispetto agli sviluppi della situazione aziendale, che sicuramente si verificheranno nelle prossime ore, hanno indetto lo sciopero ad oltranza a partire da giovedì 12 settembre. Si sciopererà fino a quando dall’azienda non giungeranno gli opportuni chiarimenti e non si darà garanzia sul futuro dei lavoratori attualmente occupati”.

Dal canto loro le Organizzazioni Sindacali Flai Cgil e Uila Uil evidenziano quanto comunicatogli dall'azienda nell'incontro sindacale del 6 agosto ove veniva dichiarata la cessazione della produzione del caffè nello stabilimento barese con relativa cessione del terreno ove ora insiste l’opificio di proprietà Saicaf ed il conseguente spostamento dei soli uffici in Via Oberdan che avrebbe riguardato il personale impiegatizio. Nessuna garanzia era stata data per gli addetti del reparto produzione e magazzino che dà occupazione a circa 15 persone.

Ci auspicavamo nell'incontro richiesto il 29 agosto di ricevere dall'azienda le informazioni necessarie a comprenderne gli intendimenti, anche in merito al percorso di riorganizzazione in atto già in queste settimane, contrariamente a quanto apparso ieri sulla stampa ove si dichiarava che tale processo sarebbe iniziato a far data dal 30 settembre 2019.

Quanto affermato oggi in un comunicato di Confindustria Bari e Bat smentisce in parte quanto affermato dal Presidente della stessa Saicaf nelle dichiarazioni riprese dai media, in cui si sosteneva che la riorganizzazione avrebbe interessato pochissime unità e si paventava anche la cassa integrazione. Questo ieri, oggi, invece, si dice a chiare lettere che il reparto produzione non chiude. 

Flai e Uila precisano che i sindacati hanno sempre dichiarato che su un organico complessivo di 40 unità, le posizioni lavorative messe in discussione riguardano gli operai impegnati nel reparto produzione e magazzino.

Pertanto respingiamo fermamente le accuse di aver innescato effetti dannosi attraverso toni allarmistici, essendoci limitati a motivare le cause che portavano le organizzazioni sindacali ad indire uno sciopero ad oltranza, indizione che è avvenuta su mandato conferito dagli stessi lavoratori in una assemblea sindacale avvenuta pochi giorni prima dello svolgimento della manifestazione stessa.

Tuttavia rimaniamo allarmati dalla situazione venutasi a creare: non siamo ancora riusciti a comprende nè dall'azienda nè dai comunicati diffusi a mezzo stampa, se i 15 lavoratori avranno un futuro in Saicaf ed in cosa si estrinsechi la riorganizzazione aziendale e quali siano i tempi di un possibile varo di un nuovo o rilevato insediamento produttivo.

Apprendiamo con altrettanto stupore come alcuni Tg abbiano sottolineato che ad oggi l'azienda non sia stata informata della convocazione presso la task force regionale per l’occupazione, prevista per il 18 p.v. alle 14:30. Nella convocazione giunta alle organizzazioni sindacali l'azienda risulta presente con indirizzi e riferimenti mail che combaciano con quelli aziendali pubblicizzati sul sito web ufficiale. 

Ci auspichiamo, vista la presenza di Confindustria, che vi sia una immediata convocazione da parte dell’azienda al fine di evidenziare e condividere anche con le forze sociali gli intendimenti aziendali sino ad ora diffusi solo a mezzo stampa.