PNRR: IL SUD AL CENTRO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA

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"Il Pnrr si traduce sulle future generazioni. Questo straordinario sforzo della Ue ha preso non a caso il nome Next   generation, un nome che richiama la solidarietà generazionale. Risorse che vanno usate in modo attento e responsabile. Si tratta di cogliere un'opportunità straordinaria”, dichiara il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che aggiunge: "L'Italia ha avuto 209 miliardi per perseguire un obiettivo di riequilibrio territoriale dal punto di  vista delle infrastrutture, sociale, di genere. Queste risorse sono arrivate per questo. Vorrei che fosse più chiaro l'interesse comune alla crescita del Nord e del Sud. Abbiamo un interesse a crescere insieme”.

"Faremo di tutto, con i fondi del Pnrr – afferma il ministro dell'Università Maria Cristina Messa - con le riforme che vogliamo fare e con i fondi dello Stato, perché anche in legge di bilancio abbiamo messo moltissimi fondi, per fare in modo che ci sia questo circolo virtuoso nelle regioni del Mezzogiorno”.

“La transizione ecologica e il rispetto dell'ambiente passano anche da nuovi modelli di realizzazione delle infrastrutture”, sostiene il ministro delle infrastrutture e della mobilità Enrico Giovannini

“Nell'ambito delle risorse del Pnrr – spiega Giovannini - si è scelto di destinare il 765 per finanziare ferrovie e non strade e rinnovare il parco autobus in senso ecologico per eliminare il diesel”.

L'Unione europea chiede di mitigare il danno ambientale. “Per esempio – spiega Giovannini - si chiede alle imprese che realizzano per esempio strade, ponti ed altre infrastrutture di ripristinare la biodiversità nei luoghi interessati. Il Mezzogiorno è al centro di questa trasformazione. Infatti - sottolinea Giovannini - dei 62 miliardi assegnati al nostro ministero dal Pnrr circa il 56 per cento andrà alle regioni meridionali”.

Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale, rileva che “nell'ambito del ciclo di programmazione dei fondi strutturali 2021/2027 dedicheremo una quota importante del PON "Competitività, ricerca e innovazione" agli interventi per l'internazionalizzazione, grazie anche alla collaborazione col ministro Di Maio che si è dimostrato molto sensibile all'argomento. Per quanto concerne i fondi europei si dovrà anzitutto continuare a investire, come abbiamo già iniziato a fare, nella formazione e messa a disposizione delle aziende degli "export manager", figure professionali sempre più necessarie, capaci di analizzare i mercati esteri, mappare le potenzialità e i rischi e offrire all'imprenditore un quadro chiaro del Paese dove intende esportare”.

Per Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari Regionali, ci sono alcuni errori che “non dobbiamo fare e il primo sarebbe quello di cedere al campanilismo. Io sono

convinta che serva una grande collaborazione trasversale con le Regioni le Province e i Comuni”, siamo consapevoli – aggiunge Gelmini - che “il Pnrr non si può costruire a palazzo Chigi senza ascoltare e condividere le progettualità con gli enti locali, ma dobbiamo utilizzare questa straordinaria opportunità per superare il divario nord e sud e non per accentuare lo scontro. Dobbiamo avere una volontà di andare a ricucire le diseguaglianze e le lacune che ci sono, avendo anche la capacita di costruire buone politiche con progettualità concreta”.
"Il dato che è stato rilanciato parecchie volte, - dichiara il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca - cioè che il 40% delle risorse del Pnrr va al Sud, è molto aleatorio. Se volessimo ragionare alla tedesca, dovremmo dire che, per recuperare il divario, avremmo bisogno del 60% di risorse vere”. (Regioni-it 4188 del 23.11.2021)