XYLELLA & PSR: LA CRISI AGRICOLA PUGLIESE

Agricoltura
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Certo non si puo dire che anche il 2019 sia stato un anno positivo per l’agricoltura pugliese, anzi è stato l’anno che ha decretato la crisi più grave.

Partiamo dai Psr: la Puglia scivola definitivamente all’ultimo posto della classifica nazionale per la spesa dei fondi comunitari del PSR, secondo i dati della Rete Rurale Nazionale aggiornati al 31 agosto 2019, con una spesa ferma al 21,71 %, la più bassa d’Italia.

La Regione Puglia è tra le regioni italiane che dispone di maggiori risorse Psr con circa 1.6 miliardi di euro di spesa pubblica complessiva, pari all’8% delle Risorse totali sullo Sviluppo rurale per l’Italia.

Ma Regione Puglia continua a navigare a vista, senza correggere gli errori di programmazione, anzi peggiorando la situazione con modifiche ai criteri di accesso a bandi pubblicati nel 2016, con un effetto boomerang che ha aperto la strada ad ulteriori ricorsi.

I ritardi accumulati nell'avanzamento del programma di sviluppo rurale rischiano di farci perdere oltre 260 milioni di euro.

Questo è infatti il volume delle risorse che i nostri agricoltori e i nostri territori rischiano di perdere al 31 dicembre 2019.

Veniamo alla Xylella. Dall’autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia – sottolinea Coldiretti – si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’ambiente, l’economia e sull’occupazione.

 

Il danno al patrimonio olivetato nelle 3 province di Lecce, Brindisi e Taranto è salito ad oltre 1,6 miliardi di euro. Da quando è stata confermata la presenza della Xylella fastidiosa a Lecce, la produzione di olio ha subito un trend negativo irreversibile, con il minimo storico di 5.295 tonnellate prodotte nell’ultima campagna 2018/2019 e un crollo del 90%, mentre a Brindisi la produzione di olio è diminuita del 38%, seguita a ruota dal calo della produzione in provincia di Taranto dove c’è stata la virata della malattia.

La ripresa dell’agricoltura e la rigenerazione del paesaggio passano attraverso l’attivazione immediata dei decreti attuativi per l’emergenza Xylella per dare sostegno alle imprese olivicole e ai frantoi e la liberalizzazione dei reimpianti anche nell’area vincolate, perché serve in Puglia una massiccia ripresa produttiva. Il Salento sta morendo da 6 anni di Xylella e soprattutto di burocrazia”, hanno insistito i presidenti di Coldiretti.

Al contempo bisogna fermare il contagio che sta avanzando inesorabilmente verso nord ad una velocità di più 2 chilometri al mese dopo aver già provocato con 21 milioni di piante infette una strage di ulivi lasciando un panorama spettrale.

La promessa ribadita dal Ministro delle Politiche Agricole Bellanova: entro il 1° gennaio 2020 saranno a disposizione di agricoltori e frantoiani i 300 milioni di euro stanziati dal Decreto Emergenze per rimettere in moto la più grande fabbrica green del Sud Italia.

Sarà vero? L’agricoltura pugliese non può più aspettare.